Corsa per alloggiare 70 persone 

Individuati gli edifici dove sistemare gli sfollati, ma niente rimborsi per i traslochi

L’AQUILA. Coppito 3, Sant’Antonio, Sassa, Pagliare, Cese di Preturo, ma qualcuno anche nella zona Est dell’Aquila. È qui che il Comune ha deciso di ricollocare le 24 famiglie residenti nella piastra di Coppito 2, evacuata dal Comune dopo la scoperta di una seria compromissione dei pilastri in legno, marciti per le infiltrazioni di acqua a causa della guaina impermeabilizzante mal posizionata. Un difetto di costruzione, come ha chiarito nei giorni scorsi la dirigente comunale Enrica De Paulis, che a lungo andare ha minato la stabilità della struttura, dichiarata inagibile perché a rischio crollo.
CERCASI CASA. Nonostante il lungo ponte festivo gli uffici comunali preposti hanno completato la procedura di pre-abbinamento, spiega l’assessore Fabio Pelini, titolare della delega all’assistenza della popolazione. «Le assegnazioni», chiarisce Pelini, «saranno formalizzate lunedì, sulla scorta delle richieste avanzate dai diretti interessati e compatibilmente con la disponibilità di alloggi. Saranno trovate soluzioni adeguate per tutti». C’è da dire che il Comune ce la sta mettendo tutta per andare incontro alle esigenze di vita delle famiglie costrette a cambiare casa per l’ennesima volta. Qualcuno, addirittura, è al terzo trasloco, con tutto quello che ne consegue in termini di disagio. «Stiamo valutando tutte le istanze che ci sono pervenute», ha aggiunto Pelini. «Qualcuno ha anche chiesto di andare nella zona Est della città. Faremo il possibile per accontentare tutti, del resto abbiamo sempre fatto così. Devono soltanto scegliere».
APPARTAMENTI VUOTI. Sempre nell’ottica di reperire il maggior numero possibile di alloggi nella zona Ovest, quella per la quale la maggior parte delle famiglie ha espresso la propria preferenza, il Comune ha velocizzato le procedure di recupero di appartamenti vuoti e interessati da lavori di ripristino. Per quanto riguarda i dettagli operativi della faccenda, basterà recarsi negli uffici comunali e stipulare il nuovo contratto. A seguire saranno attivate le utenze domestiche. Tutti i costi di attivazione saranno a cura dell’amministrazione.
TRASLOCHI, NIENTE RIMBORSI. Dal momento che non ci sarà bisogno di spostare mobili, chiarisce l’assessore, visto che se ne troveranno di pronti nei nuovi alloggi, il Comune non rimborserà il trasloco. «I cittadini vengono da noi», spiega Pelini, «firmano il contratto, prendono le chiavi e allacciano le utenze. Tutto qui». Sullo sfondo della nuova emergenza, dopo i balconi crollati a Cese di Preturo o i pilastri marci di Coppito 2, si staglia l’interrogativo sul futuro delle 19 new town, alcune delle quali hanno già manifestato gravi carenze. Per stabilire se le palazzine sono in grado, oppure no, di ospitare ancora le persone che sono in attesa, otto anni dopo il terremoto, della ricostruzione della loro abitazione originaria, vanno avanti a spron battuto le verifiche.
DISPOSTI ALTRI CONTROLLI. I controlli delle altre dodici palazzine che sono state realizzate dalla stessa ditta che ha costruito la piastra già sgomberata di Coppito 2 non lasceranno nulla al caso. Infatti, se nel corso degli ulteriori approfondimenti, anche sulla scorta di quanto vorrà disporre la Procura della Repubblica, dovessero essere evidenziate delle anomalie in grado di comprometterne la staticità, allora è chiaro che bisognerà prendere delle decisioni drastiche. «Non si può dire adesso che fine faranno», osserva Pelini. «Bisognerà valutare l’analisi dei costi e dei benefìci, e solo dopo si deciderà. È chiaro che gli alloggi danneggiati dovranno essere abbattuti. Vanno selezionate le palazzine migliori e in seguito stilato un programma di riutilizzo serio. Su un totale di 4449 alloggi, una parte, quella nella quale verranno riscontrati danni strutturali, va assolutamente abbattuta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA