Creme dai ricci di castagna, una start up di Canistro crea bellezza dal bosco

La Navira punta sul mercato della cosmesi in chiave sostenibile. In produzione tremila pezzi: un prodotto idratante, un siero per la pelle e un contorno per occhi
CANISTRO. Cosmetici e prodotti per la pelle dai ricci delle castagne. C’è grande innovazione. Una visione avveniristica, a partire dal prodotto che è simbolo e identità dell’alta Valle Roveto. Il guscio della Roscetta diventa per la prima volta un ingrediente di laboratorio per la cura estetica. Aprendo a nuovi scenari di utilizzo e, di conseguenza, a nuove prospettive economiche. Il brand si chiama “Navira”, dai nomi dei tre soci fondatori. Maurizio Natalia, Antonio Vitale e Matteo Rai. Tutti di Canistro, patria per eccellenza del pregiato marrone. La particolarità risiede nel riciclo degli scarti agroforestali, essendo i ricci materiale non commestibile, destinato a decomporsi nei castagneti. Tutto rimanda a un’intesa in parte visionaria, che colloca il borgo tra i precursori della cosiddetta “cosmesi delle castagne”. E per questo è un vanto e una scommessa ambiziosa. Oltre che una “sciccheria” commerciale, di grande potenziale.
Il primo lotto produttivo prevede circa 3.000 pezzi, disponibili sul mercato a metà 2026. Le prime formule, testate da laboratori partner del progetto, riguardano una crema idratante, un siero per la pelle e un contorno occhi. Si tratta di cosmetici anti-age. I ricci hanno importanti proprietà antiossidanti e antibatteriche. «Sono ricchi di polifenoli, tannini, vitamina E e amminoacidi», spiegano i soci. Per questo stimolano la produzione di collagene e contrastano l’invecchiamento. In questa fase embrionale, essenzialmente di lancio della linea cosmetica, la produzione è affidata a specialisti esterni. La start-up provvede alla raccolta massiccia dei ricci nei castagneti di Canistro e al trasporto in laboratorio, dove vengono trattati e trasformati, fino al confezionamento. Natalia, Vitale e Rai stanno supervisionando una specifica indagine commerciale per intercettare il target di mercato da aggredire una volta che la linea sarà disponibile.
I ricci come alleati della cura femminile in campo estetico. Diventano, di fatto, l’ingrediente speciale per la nuova frontiera della bellezza. L’idea ha conquistato tutti. Il primo, vero riconoscimento è arrivato dal Segretario Generale del ministero della Cultura, che si è espresso mediante graduatoria di merito delle proposte ammesse a valutazione per l’attuazione di progetti locali di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici. L’ambito d’investimento è quello del Pnrr “Attrattività dei borghi” a sostegno di micro, piccole e medie imprese interessate a promuovere in modo innovativo la rigenerazione del Comune attraverso l’offerta di servizi, sia per la popolazione locale sia per i visitatori, con i diktat della sostenibilità ambientale e dell’incremento occupazionale.
«Grazie a questo finanziamento», ha dichiarato il sindaco di Canistro Gianmaria Vitale, «interamente a fondo perduto, con massimali di 75mila euro, sono nate quattro nuove attività con sede operativa nel nostro comune, tra le quali la start up-innovativa nel settore cosmetico con l’utilizzo dei ricci della castagna». Difficile prevedere fin dove potrà spingersi la proposta commerciale. Non è utopia ambire ad una crescita nel medio-lungo termine che possa generare profitti tali da allargare l’impiego della manodopera per la raccolta e strutturare un circuito di e-commerce che garantisca nuove figure professionali. E non è da sottovalutare la spinta in termini di appeal e di attrattività conferiti al territorio. Che già in passato ha conosciuto i fasti del grande commercio legato all’imbottigliamento dell’acqua Santa Croce, famosa ben oltre i confini nazionali. «Siamo molto soddisfatti di questo ulteriore passo in avanti», ha aggiunto Vitale. «Complimenti a questi ragazzi, a cui auguriamo tutti buon lavoro, con ancora maggiore impegno e sforzo collettivo».
Cauti, con i piedi per terra. I tre soci ideatori del brand non intendono lasciare nulla al caso. È un progetto innovativo che parte, però, dalle proprie radici. Che hanno saputo raccogliere e valorizzare, riscoprendo il potenziale delle montagne della Valle Roveto e le possibilità che si celano dietro un prodotto che è già di nicchia. «Navira si inserisce in un contesto globale caratterizzato da una crescente attenzione verso l’economia circolare», hanno spiegato Vitale, Natalia e Rai. «Grazie a collaborazioni strategiche con istituti di ricerca, laboratori cosmetici e aziende partner, possiamo adottare un approccio multidisciplinare che favorisce l’innovazione e garantisce risultati concreti», concludono. «Un impegno che non solo valorizza gli scarti, ma contribuisce a ridefinire i confini della sostenibilità industriale». E ora non resta che attendere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA