Crolli sottoterra, spiegati i boati
Gli esperti studiano lo strano fenomeno in prossimità del lago Sinizzo.
SAN DEMETRIO NE’ VESTINI. Gli esperti lo chiamano sinkole, che letteralmente significa «buco sprofondato». È il fenomeno all’origine dei misteriosi boati e delle piccole scosse di terremoto che da quasi due settimane si verificano in prossimità del lago Sinizzo. Una spiegazione la dà Antonio Moretti, geologo, docente di Scienze ambientali all’Università dell’Aquila e ricercatore del gruppo Difesa nazionale terremoti. «Il lago Sinizzo», afferma, «è una dolina di sprofondamento, come tutto il sistema che va da Fossa a San Demetrio. Forse il fenomeno, sul quale è in corso anche uno studio del professor Franco Ortolani dell’Università Federico II di Napoli, è collegato alla risalita di fluidi profondi e acidi che innescano una dissoluzione sotterranea. Il cosiddetto sinkole o buco di sprofondamento. Ma non dobbiamo pensare a crolli improvvisi di pareti, piuttosto a scivolamenti lenti. Fenomeni che possono dare origine a improvvisi boati.
Andrebbe studiata la genesi di queste doline, che possono essere collegate alla zona sismogenetica e rappresentare siti idonei per individuare i precursori dei terremoti, come il gas radon. Sarebbe interessante vedere se nel lago c’è anche la comparsa di bolle o se si verificano risalite gassose o intorbidimenti delle acque. Questo fenomeno potrebbe essere figlio del terremoto del 6 aprile. È singolare sapere che una dolina simile si trova anche nella zona di Sora e Cassino, in provincia di Frosinone, dove si stanno verificando gli ultimi eventi sismici. Paure? No, non c’è da avere alcun timore». Dopo il sisma del 6 aprile, sulle sponde del lago hanno fatto la loro comparsa crepe lunghe fino a dieci metri e larghe svariati centimetri. I boati degli ultimi giorni hanno messo in allerta la popolazione del posto. In particolare a San Demetrio né Vestini, Poggio Picenze e Villa Sant’Angelo.
Tanto che il sindaco di San Demetrio, Silvano Cappelli, ha interessato la Protezione civile. «Le continue scosse vengono avvertite dalla popolazione», ha sottolineato Cappelli. La dolina del lago Sinizzo è studiata da tempo anche dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e catalogato con la scheda 66058 nel database nazionale dei «fenomeni di sprofondamento». Secondo l’Ispra, che cita fonti non meglio precisate, il lago si è formato proprio in seguito a uno sprofondamento nel 1352 o nel 1353.
«Non conosco il caso del Sinizzo, ma so che tutta la zona, anche più a sud, verso Capestrano e Prata d’Ansidonia, è caratterizzata da un particolare fenomeno geologico», afferma Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti dell’Ingv, «anche negli anni Ottanta sono avvenuti fatti analoghi. Le sinkole possono verificarsi al massimo a qualche centinaio di metri di profondità. Per questo i boati, che generano anche onde sismiche di piccola entità, sono avvertiti in modo netto. Finora non ci è arrivata alcuna comunicazione dalla Protezione civile. Si potrebbe valutare la possibilità di un eventuale monitoraggio nella zona del lago Sinizzo».
Andrebbe studiata la genesi di queste doline, che possono essere collegate alla zona sismogenetica e rappresentare siti idonei per individuare i precursori dei terremoti, come il gas radon. Sarebbe interessante vedere se nel lago c’è anche la comparsa di bolle o se si verificano risalite gassose o intorbidimenti delle acque. Questo fenomeno potrebbe essere figlio del terremoto del 6 aprile. È singolare sapere che una dolina simile si trova anche nella zona di Sora e Cassino, in provincia di Frosinone, dove si stanno verificando gli ultimi eventi sismici. Paure? No, non c’è da avere alcun timore». Dopo il sisma del 6 aprile, sulle sponde del lago hanno fatto la loro comparsa crepe lunghe fino a dieci metri e larghe svariati centimetri. I boati degli ultimi giorni hanno messo in allerta la popolazione del posto. In particolare a San Demetrio né Vestini, Poggio Picenze e Villa Sant’Angelo.
Tanto che il sindaco di San Demetrio, Silvano Cappelli, ha interessato la Protezione civile. «Le continue scosse vengono avvertite dalla popolazione», ha sottolineato Cappelli. La dolina del lago Sinizzo è studiata da tempo anche dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e catalogato con la scheda 66058 nel database nazionale dei «fenomeni di sprofondamento». Secondo l’Ispra, che cita fonti non meglio precisate, il lago si è formato proprio in seguito a uno sprofondamento nel 1352 o nel 1353.
«Non conosco il caso del Sinizzo, ma so che tutta la zona, anche più a sud, verso Capestrano e Prata d’Ansidonia, è caratterizzata da un particolare fenomeno geologico», afferma Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti dell’Ingv, «anche negli anni Ottanta sono avvenuti fatti analoghi. Le sinkole possono verificarsi al massimo a qualche centinaio di metri di profondità. Per questo i boati, che generano anche onde sismiche di piccola entità, sono avvertiti in modo netto. Finora non ci è arrivata alcuna comunicazione dalla Protezione civile. Si potrebbe valutare la possibilità di un eventuale monitoraggio nella zona del lago Sinizzo».