Dermatologia, lunghe file

2 Dicembre 2009

Liste d’attesa di oltre un mese anche per malattie gravi.

SULMONA. Oltre un mese di attesa per una visita dermatologica, anche per patologie gravi che necessitano di controlli urgenti. È la situazione nell’ospedale di Sulmona fortemente contestata dagli utenti costretti a rivolgersi alle cliniche private che garantiscono tempi d’attesa più brevi. Una situazione inaccettabile anche per il dirigente del reparto, Walter La Gioia. È più di un anno che va avanti il problema senza che nessuno abbia preso provvedimenti. «Non lo hanno fatto i dirigenti che decidevano prima e non lo stanno facendo quelli di adesso, che si erano presentati in ospedale affermando che il loro obiettivo era quello di abbattere i tempi d’attesa per offrire un servizio sanitario sempre più efficiente» lamenta il personale del reparto. «E dire che una soluzione ci sarebbe» sostiene Di Gioia «basterebbe aumentare di poche ore la disponibilità dei medici che svolgono il servizio e tutto sarebbe risolto».

Una giornata in più, quattro invece delle tre attuali in cui gli utenti possono essere visitati, e il problema sparirebbe. Il rammarico dei pazienti è ancora maggiore se si pensa che la struttura di Sulmona offre servizi specialistici che non si svolgono negli altri ospedali della Asl: termoscopia, piccola chirurgia e crioterapia con azoto liquido. Prestazioni che consentono di rispondere con professionalità e competenza alla maggior parte delle patologie dermatologiche lamentate dagli utenti. Il responsabile del reparto di dermatologia è molto rammaricato per una situazione che non si riesce a risolvere. Più volte il medico racconta di aver scritto ai vertici della Asl per segnalare il problema non ricevendo nessuna risposta. La Gioia è sfiduciato perché la sua struttura potrebbe fare molto di più, invece tutti i giorni deve registare le lamentele degli utenti che protestano perché non possono usufruire del servizio in tempi ragionevolmente brevi.

«Stiamo cercando di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità», prosegue il medico, «ma nonostante gli sforzi non riusciamo a coprire tutte le richieste di visita che arrivano da parte degli utenti. Ho segnalato il problema alle autorità preposte non ricevendo mai nessuna risposta. Non so più cos’altro fare». Nelle ultime settimane La Gioia avrebbe manifestato anche la volontà di lasciare il servizio proprio perché non sarebbe più disposto a tollerare la situazione che sta diventando ogni giorno sempre più pesante e che costringe il suo reparto, un tempo fiore all’occhiello dell’ospedale sulmonese, a lavorara a basso regime.