Diffamazione, assolto l’ex rettore

Nell’aula del tribunale (uno di fronte all’altro) di Orio e il suo accusatore Tiberti

L’AQUILA. In aula uno di fronte all’altro, ma i loro sguardi non si sono incrociati neppure una volta. L’ex rettore dell’ateneo aquilano Ferdinando di Orio, ieri assolto dall’accusa di diffamazione, e il suo avversario Sergio Tiberti, si sono praticamente ignorati. Gli ex amici hanno assistito alle fasi conclusive del dibattimento ma non alla lettura del dispositivo avvenuta nel pomeriggio.

Si è chiuso con un’assoluzione con formula piena («perché il fatto non sussiste»), pronunciata dal giudice Giuseppe Nicola Grieco, uno dei tanti processi che vedono contrapposti i due. Stavolta la vicenda oggetto del procedimento era relativa ad alcune frasi attribuite all’ex rettore e pronunciate nel corso di un servizio televisivo nel quale si faceva riferimento alla visita in città da parte del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti, esponente dell’Udc, partito politico di riferimento del docente universitario Tiberti.

In una prima fase ci fu una richiesta di archiviazione del procedimento. Tuttavia, dopo l’opposizione della parte offesa, di Orio era finito a giudizio. I fatti risalgono all’inaugurazione della nuova sede della Corte d’Appello, nel settembre 2011, alla quale era intervenuto Vietti, accompagnato da Tiberti. Nel mirino era poi finita una dichiarazione successivamente rilasciata da di Orio secondo la quale questa presenza sarebbe stato una sorta di tentativo di intimidire la magistratura aquilana alle prese con indagini sui vertici dell’ateneo stesso. Con ogni probabilità la vicenda avrà degli strascichi ulteriori, visto che la stagione dei veleni nell’ateneo aquilano non è da considerarsi ancora conclusa.

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