Droga da sballo, 14 arresti

Venduta a operai della ricostruzione e studenti. Il covo in una casa inagibile

L’AQUILA. C’erano i liberi professionisti dell’Aquila più in vista. E gli operai impegnati nella ricostruzione post-terremoto. Infine gli studenti. Tutti clienti in cerca dello sballo – molti dei quali a buon mercato – che per avere cocaina, hascisc ed eroina da fumare si rivolgevano agli amici spacciatori. Alcuni dei quali avevano il loro covo in una casa popolare di Paganica resa inagibile dalla scossa del 6 aprile 2009. Abitazione utilizzata per confezionare le dosi da mandare sul mercato cittadino. L’indagine della squadra Mobile della questura dell’Aquila si è conclusa all’alba di ieri con 14 ordinanze di custodia cautelare.

CHI SONO. Nove gli indagati finiti in carcere: Pierpaolo Romano, 52 anni, pensionato che vive in un Map a Pianola, Marcelo Ramos Duarte (26), originario della Guinea-Bissau ma residente a Castelverde (Roma), Elvis Goman (50), nato in provincia di Reggio Emilia e domiciliato all’Aquila, Grigor (detto Gori) Dervishaj (26), albanese residente all’Aquila, Joussef Bya (34), marocchino residente ad Avezzano, Enver Fusha (28) albanese residente a Pizzoli, Tiziano Panepucci (51), di Paganica, Massimo Taddei (44) di Paganica, Alessandro Biasini (46) residente a Sant’Elia. Ai domiciliari si trovano Luca Zugaro, cuoco di 39 anni, di Paganica, Kurtisi Vasfi (36), macedone residente all’Aquila, ed Irina Minodora Popescu (28), romena domiciliata a Pizzoli. Per Giovanni Catena, 39enne di Tornimparte, e Federico Ferrauti, 34 anni, di Sant’Elia, è previsto l’obbligo di dimora e di firma. Il gip Guendalina Buccella contesta l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti a Fusha, Panepucci, Taddei e all’unica donna del gruppo, Irina Popescu.

PREZZI E RIFORNIMENTI. «Sono stati individuati due gruppi», hanno spiegato Gennaro Capasso, capo della Mobile, e il responsabile della sezione Antidroga, Nazzareno Buccella, «uno che si occupava dello smercio di eroina di altissima qualità e metadone, l’altro attivo per la cessione di cocaina e hascisc». Secondo le accuse, il primo si riforniva nella provincia di Roma, grazie a Ramos. L’altro gruppo, invece, i rifornimenti di droga li andava a prendere ad Avezzano, dove abita il marocchino Bya, conosciuto alle forze dell’ordine e più volte arrestato per attività legate allo spaccio (l’ordine di custodia gli è stato recapitato nel carcere di Velletri). Si sospetta che Bya, a sua volta, si rifornisse a Milano o nel Casertano. Una dosa di eroina (0,20 grammi) era venduta a 20 euro. Con 50 euro si comprava mezzo grammo di cocaina. Lo spaccio avveniva nei posti più disparati, anche al centro commerciale. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati circa mezzo chilo di cocaina e 150 grammi di hascisc.

LA CASA SPIATA. Il taglio e il confezionamento della droga, stando a quanto ricostruito dalla polizia, avvenivano in un’abitazione inagibile di Paganica, di proprietà di Massimo Taddei. Un covo per i quattro dell’associazione, stando alle accuse, tenuto sotto controllo da mesi, da quando gli agenti erano riusciti a piazzare una telecamera e una microspia.

MORTE SOSPETTA. Le indagini coordinate dal pm Stefano Gallo erano partite nel giugno del 2015, dopo la morte di P.M., 35enne dell’Aquila. Si sospettava un’overdose ma in realtà era stato fatale un cocktail di farmaci. Così dal settembre di quell’anno e fino a febbraio 2016 sono andate avanti le indagini, tra centinaia di registrazioni telefoniche, sms, pedinamenti, filmati e foto.

LA DIFESA. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Domenico Pastorelli, Mauro Ceci, Giulio Lazzaro e Roberto Verdecchia. «Valuteremo la corposa documentazione in atti», ha dichiarato Ceci, «e un eventuale ricorso al Tribunale del riesame».

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