E Opi scopre di appartenere ai Borboni

16 Febbraio 2011

Dal catasto annonario di Napoli del 1783 emerge che i terreni dei cittadini appartengono allo Stato: ora gli 'abusivi' dovranno mettersi in regola

OPI. Un paese scopre dopo 3 secoli di occupare abusivamente il terreno che ha sempre creduto suo. I cittadini hanno saputo che i terreni tramandati di generazione in generazione, e «rintracciati» nel catasto annonario di Napoli del 1783, sono dello Stato.

La notizia ai cittadini è stata data direttamente dal Comune, al termine di un'indagine partita su iniziativa della precedente amministrazione comunale e su input della legge regionale che impone a tutti i Comuni la verifica demaniale. Un percorso burocratico e di ricerca storica lungo e complesso, durato diversi mesi, che si è concluso nelle mani dell'attuale sindaco, Berardino Paglia. Sorpreso anche lui di scoprire che i terreni sui quali per secoli è stato esercitato diritto di proprietà, in realtà appartengono ancora al Regno dei Borboni, quindi allo Stato.

In un'assemblea pubblica è stato spiegato ai cittadini l'iter da seguire per «riappropiarsi» dei terreni sui quali per secoli hanno tuttavia esercitato il diritto di proprietà, ignari di occupare abusivamente la proprietà dei Borboni. I terreni occupati infatti, in origine erano destinati all'uso civico. La notizia è emersa dal catasto annonario di Napoli. Si tratta di un catasto a misura, basato sul calcolo della potenziale produttività dei terreni. E già all'epoca dell'istituzione del catasto - voluto da Pio VI - l'applicazione dell'iter che prevedeva di fornire i terreni alle comunità sulla base di «assegne» giurate dai proprietari, incontrò opposizioni e resistenze. Le comunità che utilizzavano i terreni per l'agricoltura e l'allevamento, a loro volta infatti dovevano provvedere alla valutazione dei terreni affidandosi a dei periti agronomi.

Nel corso dei secoli la comunità di Opi ha continuato a usare i terreni, costruendoci la propria casa o esercitandoci l'attività agricola, e pagando tutto quanto previsto dall'esercizio del diritto di proprietà. Ma solo quest'anno, una parte consistente degli abitanti di Opi, paesino di 440 abitanti, ha scoperto di essere «abusivo».

Una situazione singolare ma Comune ad altri paesi, come Barrea e Castel di Sangro. In entrambi i casi le amministrazioni si sono attivate con le procedure previste per regolarizzare le proprietà. In altri paesi è capitato che solo alcune fette di territorio fossero ancora dello Stato. In casi rari lo Stato ha chiesto di saldare il conto su gran parte del territorio comunale. Come si sta verificando a Opi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA