Eccidio dei Nove Martiri, la città si stringe ancora attorno agli eroi del ’43

24 Settembre 2023

Pd e Anpi: «Valorizzare una memoria che è personale e collettiva» Il sindaco Biondi: «Un atto che fu testimonianza dell’idea di nazione»

L’AQUILA. Un memoria incancellabile. Una storia, quella dei Nove Martiri aquilani, che ha in sé il messaggio della libertà da ogni tiranno e del coraggio di ragazzi, tutti intorno ai vent’anni, che decisero di opporsi all’occupatore nazista e per questo pagarono con la vita. Furono uccisi, il 23 settembre del 1943, ottant’anni fa, dentro la caserma che oggi si chiama Pasquali Campomizzi. Le celebrazioni di quest’anno, volute da Anpi e Comune, si sono snodate ieri lungo tutta la giornata. Il clou c’è stato nel pomeriggio quando lo storico Walter Cavalieri, autore di un documentatissimo libro sulla vicenda, ha ripercorso i fatti di quei giorni. L’Anpi e il Pd dal canto loro hanno ribadito la necessità di celebrare, ricordare e scendere in piazza «per coltivare e valorizzare una memoria che è personale e collettiva, elemento fondante del nostro essere comunità democratica e antifascista». Il sindaco Pierluigi Biondi ha diffuso una nota nella quale si legge: «La città dell’Aquila e la municipalità si inchinano in segno di rispettoso ricordo dei Nove Martiri giovinetti nell’ottantesimo dell’efferato eccidio. Nel settembre del 1943 l’Italia era occupata dai tedeschi e l’azione dei Nove Martiri di imbracciare le armi per la libertà fu un atto di testimonianza dell’idea di nazione e di autodeterminazione di un popolo, contribuendo in questo modo a scrivere la storia del ’900 e a fare dell’Italia un Paese libero. Una immagine epica quella dei nove ragazzi che imbracciano le armi in presenza dell’invasore, un’immagine dolente quella delle mamme che alle Casermette aspettano il rientro del reparto dei tedeschi con i giovanissimi prigionieri. Il dolore di queste mamme narra in maniera forse più efficace e penetrante la efferatezza della guerra esaltando la condivisione della memoria di questi ragazzi con la comunità dell’Aquila. Una comunità che, da 80 anni, continua a ricordarli, affinché il silenzio dell’indifferenza non faccia scempio dei nostri valori ma, soprattutto, perché i giovani di ieri, quelli di oggi e di domani siano consapevoli che se i loro sogni potranno essere realizzati sarà grazie alla libertà di cui godono e per la quale hanno dato la vita ragazzi come i nove giovani aquilani».
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