Eremo, la Chiesa chiede aiuti

Il vescovo Spina: «Va riaperto, subito un sopralluogo»
SULMONA. «Ci auguriamo che al più presto dei luoghi così belli e suggestivi come l'eremo di Sant'Onofrio e il tempio di Ercole Curino possano essere riaperti ai fedeli e ai turisti». Le parole sono quelle del vescovo, monsignor Angelo Spina. Il desiderio è quello di tanti, sulmonesi e non. Anche in vista della Perdonanza che da quell'eremo prende simbolicamente il via.
Quei luoghi tanto cari a Celestino V da sceglierli come eremitico rifugio sono invece inaccessibili da più di un mese e mezzo. Risale al 21 maggio l'ordinanza con la quale il sindaco, Fabio Federico, a seguito dei risultati del sopralluogo fatto da Protezione civile, Genio civile e Servizio difesa del suolo della Regione, per motivi di sicurezza, decise di chiudere l'unica strada che conduce all'eremo. La strada, dunque, ma non l'eremo, come precisa anche il vescovo della diocesi di Sulmona-Valva. Di fatto, però, il santuario è irraggiungibile, come è stato anche nel giorno della visita del papa Benedetto XVI, lo scorso 4 luglio.
E anche da monsignor Angelo Spina arriva un appello: valutare la situazione dei luoghi per verificare la possibilità di riapertura della strada. «Dopo lo smottamento verificatosi sul sentiero che conduce all'eremo», afferma il presule della diocesi valvense, «si è deciso di chiudere la strada. Ora sarebbe necessario vedere se è possibile o meno riaprirla, senza mettere a rischio l'incolumità delle persone. Sulla possibilità di rendere di nuovo accessibile quel percorso», aggiunge, «sono gli esperti a doversi pronunciare. Posso però dire che, se una commissione di indagine ambientale si riunisse al più presto, facesse un sopralluogo e si pronunciasse su questo argomento, sarebbe una gioia grande per tutti».
Anche perché quell'eremo, luogo in cui, per decreto vescovile nell'Anno giubilare Celestiniano che si sta celebrando, i fedeli possono lucrare l'indulgenza plenaria, dopo essere rimasti chiusi, nel giorno più importante, quello della visita del Santo Padre, rischiano di restarlo anche per le locali celebrazioni della Perdonanza.
La fiaccolata che, partendo dall'eremo di Sant'Onofrio, porta il fuoco del Morrone fino a Sulmona, prima di iniziare la sua marcia verso l'Aquila. Perché se è vero, come precisa il vescovo, che «la Perdonanza trova la sua ragione nella Bolla del Perdono», è pur vero che, per la gente, prende forma anche in alcuni riti e simboli. Tra questi proprio il fuoco del Morrone. Fiaccolata nel ricordo di fra Pietro che - ironia della sorte - rischia di saltare proprio nell'Anno giubilare a lui intitolato.
Quei luoghi tanto cari a Celestino V da sceglierli come eremitico rifugio sono invece inaccessibili da più di un mese e mezzo. Risale al 21 maggio l'ordinanza con la quale il sindaco, Fabio Federico, a seguito dei risultati del sopralluogo fatto da Protezione civile, Genio civile e Servizio difesa del suolo della Regione, per motivi di sicurezza, decise di chiudere l'unica strada che conduce all'eremo. La strada, dunque, ma non l'eremo, come precisa anche il vescovo della diocesi di Sulmona-Valva. Di fatto, però, il santuario è irraggiungibile, come è stato anche nel giorno della visita del papa Benedetto XVI, lo scorso 4 luglio.
E anche da monsignor Angelo Spina arriva un appello: valutare la situazione dei luoghi per verificare la possibilità di riapertura della strada. «Dopo lo smottamento verificatosi sul sentiero che conduce all'eremo», afferma il presule della diocesi valvense, «si è deciso di chiudere la strada. Ora sarebbe necessario vedere se è possibile o meno riaprirla, senza mettere a rischio l'incolumità delle persone. Sulla possibilità di rendere di nuovo accessibile quel percorso», aggiunge, «sono gli esperti a doversi pronunciare. Posso però dire che, se una commissione di indagine ambientale si riunisse al più presto, facesse un sopralluogo e si pronunciasse su questo argomento, sarebbe una gioia grande per tutti».
Anche perché quell'eremo, luogo in cui, per decreto vescovile nell'Anno giubilare Celestiniano che si sta celebrando, i fedeli possono lucrare l'indulgenza plenaria, dopo essere rimasti chiusi, nel giorno più importante, quello della visita del Santo Padre, rischiano di restarlo anche per le locali celebrazioni della Perdonanza.
La fiaccolata che, partendo dall'eremo di Sant'Onofrio, porta il fuoco del Morrone fino a Sulmona, prima di iniziare la sua marcia verso l'Aquila. Perché se è vero, come precisa il vescovo, che «la Perdonanza trova la sua ragione nella Bolla del Perdono», è pur vero che, per la gente, prende forma anche in alcuni riti e simboli. Tra questi proprio il fuoco del Morrone. Fiaccolata nel ricordo di fra Pietro che - ironia della sorte - rischia di saltare proprio nell'Anno giubilare a lui intitolato.
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