«Erogazione di fondi lecita» Giudice scagiona Liberati

In archivio l’inchiesta sulla ricostruzione che lo vedeva indagato con un tecnico Il direttore della Bcc: «Con l’ interrogatorio ho dimostrato la mia innocenza»

L’AQUILA. Non è andata molto avanti l’indagine della Procura su un presunto raggiro nell’ambito della ricostruzione. Un’indagine importante in quanto coinvolgeva un direttore di banca e un noto professionista.

Infatti, dopo soli due mesi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale Guendalina Buccella, su proposta del sostituto procuratore della Repubblica Simonetta Ciccarelli, ha emesso il decreto di archiviazione per il procedimento penale aperto nei confronti di Gianluca Liberati, 49 anni, di Avezzano, direttore area Abruzzo della Banca di Credito Cooperativo di Roma e del suo tecnico di fiducia, l’ingegnere aquilano Filippo Maria Caccia. Procedimento che era stato aperto 2 mesi fa nei confronti dei due per presunta indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

L’indagato è stato assistito dall’avvocato Chiara Madia, di Roma. «Gli elementi probatori acquisiti nell’indagine non risultano idonei a sostenere in giudizio l’accusa alla luce delle dichiarazioni rese all’interrogatorio dall’indagato Liberati e soprattutto dalla documentazione in sede prodotta», si legge nel provvedimento.

Disposta anche la revoca del sequestro preventivo nei confronti di Liberati con restituzione dei beni sottoposti a vincolo.

Più in particolare, secondo le accuse cadute in istruttoria, gli investigatori avrebbero accertato che, con falsa documentazione, l’immobile in centro beneficiario di fondi pubblici era adibito ad abitazione principale, mentre, a loro avviso, la dimora abituale del dirigente all’epoca del sisma, si trovava in altro indirizzo. Ma erano supposizioni infondate. «Sono estremamente compiaciuto che questa vicenda si sia chiusa in tempi brevissimi», ha spiegato Liberati una volta appreso il termine della vicenda. «Ho chiesto e ottenuto il mio interrogatorio durante il quale ho avuto modo di chiarire la mia situazione e dimostrare la legittimità della richiesta di contributo, producendo la necessaria documentazione probatoria».

«Con un successivo esame il pm, inoltre, ha chiesto e ottenuto dal gip l’archiviazione del procedimento», ha aggiunto il direttore area Abruzzo della Banca di Credito Cooperativo di Roma.

Il giudice, come detto, ha riconosciuto anche l’estraneità ai fatti del tecnico che era assistito dall’avvocato di fiducia Francesca Caccia.

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