Evasore con la scusa del terremoto, imprenditore indagato all'Aquila

17 Luglio 2015

Per ottenere la dilazione e la riduzione delle tasse ha dichiarato che la sua azienda di service audio e luci era nel cratere

L’AQUILA. Avrebbe approfittato di agevolazioni fiscali che non gli spettavano fingendo di disporre di una sede operativo-amministrativa nel cratere. Per questo motivo la Guardia di finanza ha sequestrato all’incirca un milione di euro a una società «che aveva indebitamente fruito della sospensione ed abbattimento delle tasse, previsto per le imprese colpite dal sisma».

Il provvedimento è stato emesso dal Gip dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del procuratore della Repubblica, Fausto Cardella. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria dell’Aquila hanno notificato il sequestro di un milione di euro al titolare di una nota impresa aquilana operante nel settore del service audio e luci nell’ambito degli spettacoli musicali.

Il provvedimento coercitivo giunge al termine di indagini di polizia tributaria e giudiziaria che avevano rivelato l’indebita fruizione di agevolazioni fiscali previste dalla normativa post sisma.

Indagato l’amministratore D.V., di 49 anni residente all’Aquila, per truffa in danno dello Stato e per reati in materia tributaria. All’indomani del 6 aprile 2009, l’amministratore aveva artatamente dichiarato di disporre di una sede operativo-amministrativa nel territorio del cratere sismico, al fine di beneficiare della sospensione dei pagamenti delle tasse previste dal Decreto Abruzzo e della successiva riduzione al 40% delle medesime, da versare in 120 rate. In sede di accertamento, l’Agenzia delle entrate dell’Aquila aveva segnalato il caso alla procura della Repubblica in quanto erano sorti dubbi sul possesso effettivo dei requisiti necessari per accedere ai benefìci. Le indagini delegate dalla magistratura alla Guardia di finanza hanno confermato l’insussistenza di entrambe le condizioni necessarie, e cioè la mancanza di una sede operativa nel cratere prima del sisma e dell’esercizio d’impresa svolto in modo permanente e consistente nel territorio del cratere.

La somma da sequestrare, precisamente 906.883,56 euro corrisponde ai risparmi d’imposta indebitamente percepiti dall’impresa. I finanzieri, finora, hanno bloccato quasi 700mila euro e 200 dollari rinvenuti su conti correnti all’Aquila e ad Avezzano.

Il procuratore della Repubblica, Fausto Cardella si complimenta «con la Finanza per questa attività che non è casuale, ma rientra in un programma di contrasto collaterale ai problemi della ricostruzione post-terremoto. Il tutto è frutto di un programma di intesa con la Procura di verifica di ciò che è stato fatto, di come sono stati spesi i soldi, di come si è approfittato della tragedia del terremoto».

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