Ex Otefal, in pochi sono tornati in fabbrica

Agli altri sta per scadere il sostegno della mobilità. I sindacati: ignoto il piano industriale di Ala

L’AQUILA. Su 160 lavoratori dell’ex Otefal, sono tornati in fabbrica solo 45. Per tutti gli altri, è scaduto o sta per scadere il sostegno della mobilità. Non si conosce il piano industriale dell’Ala, l’azienda che ha rilevato lo stabilimento di Bazzano, specializzato nella produzione di alluminio. E ci sarebbero anche misteri sull’atto di acquisto del sito e intoppi per l’attività, a causa della mancanza dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. Un quadro allarmante, quello emerso nel corso dell’ultima assemblea convocata dalla Fiom, che a nome dei lavoratori chiede chiarezza e trasparenza, sollecitando l’intervento delle istituzioni, con la convocazione di un tavolo in Regione. «Dall’assemblea che si è svolta nella sede della Cgil, a cui hanno partecipato molti lavoratori in mobilità o con la mobilità scaduta», spiega il segretario della Fiom Alfredo Fegatelli, «sono emerse alcune situazioni che vanno affrontate con le istituzioni. Nell’ultima riunione, l’azienda vincitrice della gara fallimentare, tramite i suoi responsabili, ha comunicato che erano state fatte circa 60 assunzioni. Ma abbiamo appreso che dei lavoratori licenziati dalla Madar, quindi appartenenti all’ex Otefal, sono stati assunte 45 persone. Le altre o vengono da fuori o sono operai ex Otefal andati via prima dell’ingresso della Madar. I licenziati dall’azienda siriana erano in tutto160. Oggi», sottolinea Fegatelli, «molti di questi lavoratori hanno perso il sostegno della mobilità e non sanno quale sarà il piano industriale dei nuovi imprenditori e soprattutto se e quanti di loro saranno assunti». Secondo la Fiom, tutte le nuove assunzioni sarebbero dovute avvenire nell’ambito del bacino degli operai ex Otefal. E inoltre, occorre chiarire se è stato concluso l’atto di acquisto del sito, avvenuto tramite asta fallimentare ad aprile 2015. «Ancora non sappiamo», aggiunge Fegatelli, «se è stato fatto o perfezionato l’acquisto, visto che a detta dell’azienda, durante l’ultima riunione, non era ancora stato stipulato l’atto notarile. Sempre da quella riunione è emerso che ci sarebbero difficoltà per ottenere un’autorizzazione (Aia) necessaria per andare avanti. È opportuno che le istituzioni prendano in mano questa situazione sia per il futuro di quanti lavorano nell’azienda, ma soprattutto per quanti lavoratori sono ormai senza il sostegno economico della mobilità o lo stanno perdendo. È fondamentale affrontare questa situazione per capire quale futuro avranno i lavoratori ex Otefal».(r.s.)

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