Falso vescovo truffa nonni nel nome di D’Alfonso

Pensionato ha pagato 7mila euro per ottenere un lavoro in Regione per la figlia Caso emerso durante l’incontro della polizia con la Confartigianato
AVEZZANO. Vestito da vescovo, offre un lavoro in Regione nel nome del presidente Luciano D’Alfonso, e riesce a farsi consegnare 7mila euro da un padre disperato che pensava di ottenere un lavoro per la propria figlia. Ha pianto, ieri pomeriggio, l’ex titolare di un bar di Avezzano, socio dell’Associazione anziani della Confartigianato, che ha partecipato a uno degli appuntamenti organizzati per la prevenzione alle truffe agli anziani.
L’uomo ha raccontato la sua esperienza al vicequestore aggiunto Paolo Gennaccaro, dirigente del commissariato di Avezzano, e all’ispettore capo Roberto Di Nino, a capo della squadra volanti.
«Non ho denunciato quanto accaduto per vergogna», ha detto l’uomo, «un uomo è venuto in casa mia. Era vestito da vescovo e aveva con sé dei documenti con dei timbri della Regione Abruzzo. Ho una figlia che lavora fuori e si occupa di arte. Ho visto i documenti, aveva l’abito talare, mi sono fidato. Mi è arrivata anche una telefonata da questo fantomatico ufficio in cui sarebbe potuta andare a lavorare mia figlia. In cambio ho dato a quest’uomo 7mila euro».
E la truffa è andata a segno. Un po’ come quella della finta sacerdotessa che qualche settimana fa ha raggirato un’anziana di Luco.
«Ogni episodio di questo genere», ha spiegato Gennaccaro, «va sempre denunciato alle forze dell’ordine. Spesso le truffe non offrono molti spunti investigativi ma in casi come questo si hanno chiari i contorni della vicenda. Per assicurare alla legge queste persone c’è bisogno di una denuncia».
«Pochi giorni fa», ha raccontato il segretario della Confartigianato, Flaviano Cosimati, «un’anziana si è presentata alle Poste per ritirare 2mila. Fuori, ad attenderla, c’erano due furfanti che l’avevano accompagnata lì da casa, dove le avevano detto che il figlio era in difficoltà perché aveva il pc rotto e loro lo avrebbero dovuto riparare. È stata una fortuna che l’impiegata non ci ha visto chiaro e ha chiamato la polizia».
Un altro è il caso di truffatori che si sono presentati come finti rappresentanti delle forze dell’ordine e che hanno chiesto soldi per scarcerare i nipoti.
Magda Tirabassi
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