domani all’auditorium

Filippo Carusi e la riforma agraria nel Fucino Convegno in ricordo dell’eccidio di Celano

CELANO. Domani alle 10.30, all’auditorium Fermi di Celano, si terrà l’incontro dal titolo “La figura di Filippo Carusi, precursore della riforma agraria nel Fucino. Eredità e valori”. Dopo i saluti...

CELANO. Domani alle 10.30, all’auditorium Fermi di Celano, si terrà l’incontro dal titolo “La figura di Filippo Carusi, precursore della riforma agraria nel Fucino. Eredità e valori”. Dopo i saluti di Settimio Santilli, sindaco di Celano, e di Ilio Nino Morgante, presidente dell’Associazione “Osvaldo Costanzi”, ci saranno gli interventi dell’onorevole Giancarlo Cantelmi, di Maurilio Di Giangregorio, autore del libro “L’avvocato Filippo Carusi, contributo per una biografia”, e dell’onorevole Filippo Piccone. Coordina i lavori Sergio Iacoboni.

Il 30 aprile del 1950 Agostino Paris e Antonio Berardicurti, nella piazza di Celano, mentre attendevano l’esito della riunione nella quale si doveva approvare l’elenco dei lavoratori che l’indomani doveva recarsi al Fucino per i lavori di pulitura dei canali, furono colpiti a morte da proiettili sparati da cecchini non identificati.

Nel clima di elevata tensione, era maturato l’attentato, che probabilmente mirava a eliminare proprio Cantelmi, considerato il principale dirigente del movimento sindacale.

Le cruente lotte contadine, gli scioperi alla rovescia, fecero decadere il Lodo Bottai, contratto capestro, e portarono alla approvazione della legge di riforma agraria il 12 maggio 1950, il 28 febbraio 1951 all’Ente per la Colonizzazione della Maremma tosco-laziale e del territorio del Fucino, in seguito denominato Ente Fucino e quindi Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo (Arssa). Marisa Rodano Cinciari, alla fine di aprile del 1950, mentre si trovava in giro per i comuni della Marsica, alla ricerca di un edificio scolastico che avrebbe dovuto ospitare una colonia estiva dell’Udi (Unione donne italiane) per i bambini delle borgate romane, ebbe notizia dell’eccidio avvenuto a Celano. Del tragico evento, l’onorevole ha lasciato un toccante ricordo nel libro “Del mutare dei tempi: l’ora dell’azione e la stagione del raccolto 1948-1968”, pubblicato a Roma nel 2008.

«Quel giorno della fine di aprile, mentre stavamo rientrando ad Avezzano, si sparse la voce che a Celano era avvenuto un eccidio: due braccianti che si trovavano con Cantelmi, segretario della sezione del Pci, erano stati uccisi dalle guardie di Torlonia che avevano sparato dalle finestre. Paolo Bufalini, allora segretario regionale del Pci dell’Abruzzo, si era precipitato a Celano, assieme a tutti i dirigenti del Pci, della Cgil e delle forze di sinistra abruzzesi. Arrivò anche Di Vittorio, segretario generale della Cgil. A me, essendo parlamentare, fu richiesto di restare per dare una mano. Ero perciò rimasta fino al giorno del funerale. Andammo a trovare le famiglie degli uccisi, che vivevano in fatiscenti baracche: si trattava dei rifugi “provvisori” costruiti dopo il terremoto del 1915. In quei tuguri, a veglia dei morti composti tra i ceri, salivano strazianti le lamentazioni e le salmodie delle donne assiepate e ammantate di nero. Per il funerale delle vittime dell’eccidio, a Celano, i lavoratori erano giunti da tutto l’Abruzzo».

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