Fondi elargiti alla squadra di calcio: nove condanne, c’è anche Piccone

Celano, sentenza ribaltata in Appello. Amministratori (sindaco Santilli e assessore Bonaldi) ed ex chiamati a restituire 46mila al Comune. Nel 2022 erano stati tutti assolti dalla Corte dei conti, ad eccezione dell’allora dirigente D’Aulerio
CELANO. Sono stati condannati a restituire una somma complessiva di 46mila euro al Comune di Celano, accusati di aver elargito fondi (in modo illegittimo) alla locale squadra di calcio. La Corte dei conti (Sezione terza giurisdizionale centrale di Appello) ha infatti ribaltato la sentenza nei confronti di Filippo Piccone, imprenditore dalla lunga esperienza in politica, ex sindaco di Celano e già senatore, Settimio Santilli, oggi primo cittadino, Federico D’Aulerio, al tempo dirigente dell’Ente e con un passato da sindaco di Ortucchio, Vittoriano Frigioni, noto avvocato e amministratore all’epoca dei fatti contestati, così come Ezio Ciciotti, Cesidio Piperni e Adelio Di Loreto.
Condanna anche per Ermanno Bonaldi, attuale assessore e in consiglio comunale all’epoca, e per la dirigente Daniela Di Censo, già responsabile del settore finanziario dell’Ente. Tutti erano stati assolti nell’aprile di tre anni fa, a eccezione dell’ingegnere D’Aulerio.
L’indagine da parte della Guardia di finanza di Avezzano risale al 2017 (rapporto del 4 luglio). I nove erano stati chiamati in giudizio, per 140mila euro, davanti alla Corte dei Conti con l’accusa di avere erogato illegittimamente fondi a favore della società Celano Fc Marsica (ex Olimpia Celano Fc) per le stagioni sportive 2013-2014 e 2014-2015, al fine di consentire l’iscrizione della squadra al campionato di calcio in serie D e sostenerne in vario modo le attività. Come rilevato nel rapporto delle Fiamme gialle. Il Comune fu accusato di aver trasferito fondi alla società sportiva «violando e travalicando i limiti della convenzione in essere» all’epoca dei fatti, convenzione che prevedeva la partecipazione dell’ente pubblico ai soli costi di gestione dei due impianti sportivi affidati alla società, sempre che gli stessi fossero documentati (a preventivo e consuntivo) e riconosciuti ammissibili. Il solo ingegner D’Aulerio, come detto, era stato condannato dalla procura regionale per l’importo di 5.000 euro nel 2018. Secondo l’accusa, avrebbe adottato le determinazioni dirigenziali 146/2014 e 279/2014 con cui erano stati erogati i restanti contributi a saldo alla società sportiva «senza effettuare alcun controllo sui rendiconti finanziari che questa avrebbe dovuto presentare a riprova delle spese effettivamente sostenute per la gestione e manutenzione degli impianti sportivi concessi».
Nel giudizio di primo grado, l’assoluzione era arrivata perché l’operazione di sostegno allo sport locale era basata su motivazioni «tutt’altro che irragionevoli» e rientranti a pieno titolo nelle competenze dell’ente locale, adottata peraltro sotto la pressione «di una urgenza improcrastinabile», confortata «dal parere favorevole delle strutture tecniche, inserita nel solco di un rapporto ormai pluriennale tra Comune e società calcistica non connotata da particolari motivi di preoccupazione (constando la regolarità delle gestioni precedenti ed essendo comunque prevista la verifica a saldo dell’anticipazione concessa, alla luce del rendiconto da presentarsi a fine stagione)».
Di tutt’altro avviso, a distanza di tre anni dalla prima sentenza, i giudici della Corte dei conti della Sezione terza giurisdizionale centrale di Appello, presieduta da Maiello Tammaro. I giudici, stavolta, hanno ravvisato un danno erariale per complessivi 46mila euro. Il ricorso in Appello era stato presentato dalla procura della Corte dei Conti. Nello specifico, D’Aulerio è stato chiamato a restituire 8mila euro per la stagione calcistica 2013/2014. Per le stesse annualità sono stati condannati Piccone (6mila euro), Frigioni, Santilli e Ciciotti (4.000). Le condanne per la stagione 2014/21015 sono invece così ripartite: Piccone (4.500), Frigioni, Santilli, Bonaldi, Ciciotti (2.500), Piperni, Di Loreto e Di Censo (1.500). Alle somme si aggiungono gli interessi maturati dal 26 aprile 2022. Per l’annualità successiva (2014/2015) è stato prosciolto l’ex commissario prefettizio Mauro Passerotti, per il quale i giudici non hanno riconosciuto la colpa grave, «quand’anche riscontri nell’adozione nella deliberazione numero 1 del 2015 una condotta antigiuridica».
ll collegio difensivo composto dagli avvocati Franco Paolini, Roberto Colagrande, Raffaele Marciano, Tommaso Paparo e Aristide Police non esclude un ricorso in Cassazione.