Garza dimenticata nel cuore

Asl condannata a risarcire un pensionato di San Benedetto dei Marsi operato a Chieti

AVEZZANO. Una garza dimenticata vicino al cuore, al termine di un’operazione di cardiovascolarizzazione. Per questa negligenza in sala operatoria la Asl Vasto-Chieti-Lanciano è stata condannata a risarcire un pensionato di San Benedetto dei Marsi. Il giudice Alberto Iachini Bellisari ha stabilito che l’azienda sanitaria dovrà pagare circa 25mila euro, in parte per una «sofferenza transitoria» e in parte per un «danno patrimoniale».

G.D.G., l’anziano marsicano, è stato sottoposto a un’operazione di rivascolarizzazione miocardica all’ospedale di Chieti. Intervento compiuto l’11 marzo 2009. Il personale medico, come esposto nella denuncia, aveva smarrito una garza all’interno del pericardio, la membrana che circonda il cuore. Il giorno dopo, durante un normale controllo e in seguito a un esame radiografico, i medici si sono accorti della presenza del corpo estraneo. L’uomo, visto il pericolo di vita a cui andava incontro, è stato sottoposto a un secondo intervento chirurgico in anestesia generale per la rimozione della garza.

La causa civile è stata avviata nel 2010 dai legali del pensionato, gli avvocati Giorgio Sucapane e Angelo Raglione del foro di Avezzano. Il giudice ha riconosciuto che non vi è alcun dubbio «circa la responsabilità dell’équipe medica sull’abbandono di un corpo estraneo quale una garza nel corpo del paziente». Nel corso del giudizio è stato accertato che il corpo estraneo era stato dimenticato in una zona di facile reperibilità che con una attenta conta delle garze utilizzate e con una più accurata ispezione del sito chirurgico poteva essere facilmente individuato. I legali dell’uomo avevano chiesto un danno di 200mila euro perché a loro dire il paziente aveva subìto un perdurante stato depressivo.

Il consulente tecnico della Procura non avrebbe però riscontrato dati certi dai quali desumere che il fatto possa avere avuto incidenza negativa sulla stabilità emotiva del pensionato. A tal proposito gli avvocati Sucapane e Raglione non escludono un ricorso per vedere aumentare il risarcimento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA