Grandi Rischi, Bertolaso esce di scena

Chiesta l’archiviazione per l’ex capo della Protezione civile e per l’ex assessore Stati. L’ultima parola spetta al giudice

L’AQUILA. L’ex capo della Protezione civile, Guido Ber tolaso e l’ex assessore regionale, Daniela Stati, non vanno processati. È questa la conclusione a cui è arrivato il sostituto procuratore Fabio Picuti, che ha chiesto al giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila l’archiviazione per i due indagati nel procedimento parallelo a quello principale che si è chiuso con la condanna a sei anni ciascuno dei sette componenti della Commissione Grandi Rischi.

Secondo Picuti, che ha sostenuto l’accusa nel processo alla Grandi Rischi, non ci sono elementi per il rinvio a giudizio di Bertolaso (che ha gestito l’emergenza sisma) e dell’ex assessore Stati.

I due erano finiti nell’inchiesta e indagati per omicidio colposo e lesioni colpose, dopo la pubblicazione di una intercettazione telefonica. Intercettazione acquisita, poi, nel gennaio del 2012 dal pm Picuti nel corso del processo principale. Cosicché, Bertolaso da testimone dell’accusa era stato “costretto” a vestire i panni dell’indagato nel procedimento stralcio. Nella stessa situazione si era ritrovata anche la Stati. Nella registrazione audio di quella telefonata si sente l’ex sottosegretario comunicare all’assessore di voler convocare la riunione per un’operazione mediatica attraverso la quale tranquillizzare la popolazione aquilana spaventata dallo sciame sismico che da mesi non dava tregua.

Bertolaso, in quella telefonata alla Stati, all’epoca assessore regionale alla Protezione civile, affermava che la riunione della Grandi Rischi era stata convocata all’Aquila, il 31 marzo del 2009, «non perché siamo spaventati e preoccupati, ma perché vogliamo tranquillizzare la gente». In un passaggio successivo, riferendosi ai componenti della commissione stessa, massimi esperti in materia di terremoti, Bertolaso si era spinto ad affermare: «Li faccio venire all’Aquila, da te o in prefettura, decidete voi tanto a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito?». Una telefonata choc, tanto più alla luce del dramma vissuto dagli aquilani appena qualche giorno dopo quella visita e quelle rassicurazioni.

Il 15 febbraio scorso Bertolaso aveva spiegato in aula di esser stato frainteso. «Intendevo un’operazione da fare attraverso i media per informare la popolazione su quello che stava accadendo, nulla di negativo o dispregiativo». In quanto alle rassicurazioni, per Bertolaso «riguardavano non il fatto che non ci sarebbero state mai scosse, ma l’impossibilità di prevedere i terremoti. C’è uno sciame, lo stiamo seguendo. C'è uno stato d’attenzione e più di questo non si può fare».

Ora la parola passa al gip che potrebbe decidere di accogliere la richiesta, chiudendo definitivamente i giochi. In alternativa potrebbe ordinare nuove indagini o rifiutare la richiesta, magari sulla scorta dell’opposizione all’archiviazione che potrebbe arrivare dagli avvocati di parte civile.

«Finalmente un atto di giustizia nei confronti di Guido Bertolaso», ha commentato l’avvocato Filippo Dinacci, legale dell’ex capo della Protezione civile e che, nel processo Grandi Rischi, ha difeso anche Bernardo De Bernardi nis. «Ritengo doveroso che sia fatta giustizia, in appello, anche sui componenti della commissione Grandi Rischi», ha aggiunto Dinacci. «Sono più serena», ha detto Daniela Stati, «anche se c’è ben poco da festeggiare. Il dottor Picuti ha guardato bene le carte. È stata fatta chiarezza, ma resta comunque la grande tragedia del 6 aprile 2009».©RIPRODUZIONE RISERVATA