Grandi rischi, il giudice convoca Zamberletti

21 Agosto 2013

L’ex capo della Protezione civile sarà ascoltato su richiesta delle parti offese Non ci sarà invece la testimonianza di Giuliani, il tecnico del gas radon

L’AQUILA. L’inchiesta a carico dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, indagato nel procedimento connesso all’indagine principale sulla riunione della commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, si arricchirà di un importante contributo. Infatti il giudice per le indagini preliminari del tribunale Giuseppe Romano Gargarella, in vista dell’incidente probatorio del 10 ottobre prossimo, ha accolto la richiesta di ascoltare come testimone il predecessore di Bertolaso, ovvero l’ottantenne Giuseppe Zamberletti, ex ministro ed ex capo della Protezione civile. L’inchiesta, avviata dopo una denuncia, è finalizzata a capire se le dichiarazioni rassicuranti fatte dai componenti della ex commissione Grandi Rischi (poi tutti condannati in primo grado a sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo), siano state conseguenza di pressioni fatte da Bertolaso o meno. Sulla vicenda il pm Fabio Picuti ha chiesto l’archiviazione a carico di Bertolaso ma è sopraggiunta l’opposizione delle parti offese che ha indotto il giudice a fissare l’udienza per poi disporre un incidente probatorio su richiesta della stessa Procura.

L’avvocato Angelo Colagrande, che assiste una parte civile, aveva chiesto l’audizione di Zamberletti, il quale, a suo dire, potrebbe dichiarare cose utili a chiarire le responsabilità dell’unico sospettato di questo procedimento. Tra le tante richieste istruttorie non sembra che abbia trovato accoglimento, in questa fase, la richiesta di ascoltare il tecnico del radon Giampaolo Giuliani che pure non venne ammessa in occasione del processo ai sette componenti della commissione Grandi rischi.

L’udienza, pertanto, sarà caratterizzata dall’audizione dei sette componenti della ex commissione Grandi rischi: Franco Barberi, Enzo Boschi, Gian Michele Calvi, Bernardo De Bernardinis, Mauro Dolce, Claudio Eva, Giulio Selvaggi, tutti citati come testimoni dalla Procura. Ma va ricordato che essi, in quanto indagati in un procedimento connesso, potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere. E lo stesso Bertolaso, qualora decidesse di non disertare l’udienza camerale, potrebbe presenziarvi senza l’obbligo di rispondere a domande di gip, pm e parti offese. A questo punto l’unico che potrebbe dire qualcosa di nuovo potrebbe essere soltanto l’ex ministro.

Non tutte le parti offese si sono opposte all’archiviazione, visto che sono diciotto a fronte delle 309 vittime e a circa 40 parti civili che hanno partecipato al processo che si è concluso in primo grado.

Bertolaso è assistito dall’avvocato Filippo Dinacci del Foro di Roma mentre le parti offese sono rappresentate dai seguenti avvocati: Francesco Rosettini, Alessandro Rosa, Gregorio Equizi, Angelo Colagrande, Fabio Alessandroni, tutti del Foro dell’Aquila, oltre agli avvocati teramani Wania Della Vigna e Gianfranco Iadecola e all’avvocato Stefano Parretta del Foro di Roma.

Va ricordato, infine, che insieme a Bertolaso era inizialmente indagata anche l’ex assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati ma nei suoi confronti, dopo una serie di valutazioni, il giudice ha deciso di chiudere il caso con un’archiviazione sulla scorta del parere dello stesso pm.

La prima denuncia è stata fatta dall’avvocato Antonio Valentini, poi seguita da altri esposti per conto di Rifondazione comunista tramite i legali Rosettini e Rosa.

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