Rivisondoli

I due napoletani morti a Rivisondoli erano truffatori in trasferta: poco prima avevano sottratto 300 euro a un’anziana

30 Luglio 2025

I due campani (42 e 40 anni) che hanno perso la vita sabato scorso nello schianto a Rivisondoli avevano portato via i soldi a una donna di Ascoli Piceno

RIVISONDOLI. Erano truffatori in “trasferta” Dario Liccardo e Maurizio Corrado, rispettivamente 40enne e 42enne di Marano di Napoli, morti lo scorso sabato sulla statale 17, all’altezza di Rivisondoli in un grave incidente stradale.

A giungere a questa conclusione sono stati i carabinieri della compagnia di Castel di Sangro, coordinati dal capitano Giuseppe Testa, che nei giorni scorsi hanno diffuso le foto della refurtiva trovata all’interno dell’auto dei due campani e hanno scoperto la prima truffa. I due infatti, dalle indagini effettuate, avevano raggirato un’anziana in provincia di Ascoli Piceno, sottraendo la somma dei trecento euro. Ciò è stato possibile incrociando le ultime denunce con parte della refurtiva rinvenuta.

Nella Panda, guidata da Liccardo e con a bordo Corrado, i militari avevano trovato dopo lo schianto diversi monili in oro per un valore di migliaia di euro e una somma in contanti di 1500 euro. Il 42enne aveva anche precedenti specifici sulle spalle. Per questo gli inquirenti avevano ipotizzato che i due stessero passando in zona dopo aver compiuto un’azione delittuosa.

Sono quindi scattate le indagini sul fronte delle truffe agli anziani e dei furti in appartamento e nelle ultime ore sono arrivati i primi riscontri. Parte della refurtiva è stata quindi restituita ai legittimi proprietari.

Il tratto di strada in cui è avvenuto l’incidente è stato teatro, nei mesi scorsi, di numerose operazioni dei carabinieri che hanno portato all’arresto dei malviventi di origine napoletana. Proprio la statale 17 sarebbe il percorso consueto seguito per tornare in Campania dopo reati commessi in Abruzzo e nelle Marche. Gli accertamenti comunque andranno avanti. I carabinieri, su disposizione della Procura della Repubblica di Sulmona, avevano sequestrato anche i telefoni cellulari delle vittime per scandagliare le conversazioni e raccogliere elementi utili alle indagini.

Intanto, il sostituto procuratore della repubblica di Sulmona, Edoardo Mariotti, ha proceduto alla formale iscrizione nel registro degli indagati del conducente del bus, un 58enne di Pordenone, al quale viene contestato l’omicidio stradale. Si tratta di un atto dovuto per esperire tutti gli accertamenti irripetibili, autopsia compresa, che sarà effettuata oggi nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

L’incarico è stato affidato all’anatomopatologo, Luigi Miccolis, che eseguirà anche i prelievi sulle salme con da prassi e consegnerà i risultati nei prossimi tre mesi. Alla base del sinistro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, potrebbe esserci l’alta velocità o una manovra sbagliata a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia.

La Panda, con a bordo i due truffatori, avrebbe invaso infatti l’altra corsia di marcia, finendo contro un bus turistico. Entrambi i mezzi sono stati sottoposti a sequestro e saranno analizzati nei prossimi giorni da un esperto per accertare eventuali anomalie. È intenzione infatti della Procura disporre una super perizia per ricostruire la dinamica del sinistro e esaminare le velocità percorse dai mezzi, lo stato degli stessi e le condizioni del manto stradale. Stanno bene intanto i cinque turisti rimasti lievemente feriti che sono stati medicati sul posto dai sanitari del 118. La comitiva di Varese, composta da 35 persone, era arrivata in Centro Abruzzo per un viaggio a bordo del treno storico e aveva pernottato nell’hotel Le Ginestre di Roccacasale. Il gruppo era ripartito domenica, dopo pranzo, con un bus sostitutivo. Una gita che si è trasformata in un incubo.

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