I segreti delle nuove case

Cese di Preturo, tra alloggi confortevoli e giardini.

L’AQUILA. Il vecchio e il nuovo. Arroccato sulla collina, l’antico centro storico di Cese di Preturo scruta silenzioso le nuove palazzine del progetto Case. Dopo 75 giorni di lavori (la media è di un anno e mezzo) eccoli i primi alloggi già pronti a ospitare gli sfollati rimasti senza casa. Ce li mostra in anteprima Guido Bertolaso e oggi alla presenza di Berlusconi è prevista la consegna di 400 appartamenti. «Voglio vedere i volti di chi entrerà in queste case», sussurra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, mentre ci guida nel primo dei quattro stabili visitati ieri, quello della Orceana. «Vedete», dichiara, «le famiglie che dopo il terremoto sono rimaste senza casa, hanno avuto delle perdite familiari, non hanno più un’attività economica, sono ultime in ogni classifica. Ebbene, nei confronti di questa gente noi dobbiamo usare i guanti bianchi. Non meritavano di stare per chissà quanto tempo nei container».

LE CASE. Siamo nel primo alloggio: parquet in tutto l’appartamento con riscaldamento sottostante, nel soggiorno la tavola è apparecchiata, nel pomeriggio sono arrivate anche le bottiglie di spumante, la scatola di dolci e il biglietto: «I più affettuosi auguri di salute e di serenità nella nuova casa. Firmato Silvio Berlusconi». Due stanze da letto sono già pronte e in quella dei ragazzi le lenzuola colorate spiccano dentro un arredamento essenziale ma accogliente. Entra Giovanna Pianca, che ha curato gli interni. Si avvicina timorosa a Bertolaso e gli chiede: «Dottore, possiamo fare una foto insieme?». Subito scattano i flash. La scena si ripeterà almeno quattro volte durante la visita con altri progettisti e fornitori, tra cui Lorenzo Perinie e Markus Damiani. Ormai il capo della Protezione civile convive con una notorietà e un affetto da rock-star. Fuori, sul terrazzino davanti alla porta d’ingresso, la vista offre un ampio spazio di verde attrezzato con panchine e giochi per bambini. Al lavoro decine di operai che lavoreranno per tutta la notte. Lasciamo Orceana e ci muoviamo verso la palazzina della Cosbau, accompagnati dall’odore dell’asfalto appena steso. Anche qui appartamenti pronti e addetti alle prese con le ultime rifiniture. Ci sono i rilevatori di gas che aumentano la sicurezza anche all’interno.

I GARAGE. Scendiamo la rampa di scale e siamo nel garage, collegato con la palazzina anche da un ascensore. Il colpo d’occhio dei pilastri con gli isolatori sismici è impressionante. Sono dotati di un margine di oscillazione in grado di rendere inoffensivo e praticamente impercettibile anche un terremoto di fortissima magnitudo. Sotto le piastre ogni famiglia sarà dotata di un posto auto, mentre altre aree di sosta sono presenti tutt’intorno alle palazzine. Il terremoto è stato come una frustata che ha sventrato la città lasciando ferite nel corpo e nell’anima degli aquilani. Ha prodotto inevitabilmente dei cambiamenti anche nella geografia della città. È come se un «frullatore » si fosse divertito a mescolare origini, provenienze, vicinati. Si misurerà anche in questa obbligata convivenza tra famiglie, che prima forse neanche si conoscevano, questa nuova dimensione dell’Aquila e degli aquilani.

I DUBBI. E se queste nuove case fossero troppo belle per essere provvisorie? Intorno a questo apparente paradosso si insinua un dubbio che assilla la Protezione civile. Lo manifesta l’ingegner Vincenzo Spaziante, braccio destro di Bertolaso: «Gli inquilini non si illudano che si tratti di una sistemazione definitiva, perché così non è. Ho appena riattaccato al telefono con Zamberletti (padre della Protezione civile italiana ndr) che mi ha parlato di miracolo. Abbiamo fatto tutto con ribassi clamorosi, risparmiando attraverso l’acquisto diretto, impiegando cinquemila operai in tre turni con grande attenzione alla sicurezza sul lavoro. L’Aquila sarà come la California e il Giappone, un modello da esportare a livello mondiale ». Le nuove palazzine del Progetto case sono accoglienti, confortevoli, dotate di tv-color con sistema satellitar, sistemi all’avanguardia su sicurezza e risparmio energetico. Il problema non sarà tanto accogliere le famiglie degli sfollati, ma convincerle poi a uscire per tornare nelle loro abitazioni.

IL CENTRO DI PAVIA. La decisione di costruire le nuove case è stata presa la mattina del 6 aprile. Sembra incredibile, ma la conferma arriva dallo stesso Bertolaso e dal professor Gian Michele Calvi, responsabile del Centro universitario di Pavia collegato alla Protezione civile. «A Pasquetta avevo 20 uomini al lavoro nella fase di progettazione », rivela Calvi, «e ho assicurato tempi rapidi con il sistema delle piastre antisismiche. Il costo complessivo di questi alloggi è di 2.400 euro chiavi in mano, al di sotto dei prezzi di mercato alle stesse condizioni».

LA «SUITE». Nella palazzina della società Meraviglia gli stabili in cemento armato presentano esterni con rifiniture in legno. Il riscaldamento è a soffitto e i titolari ci tengono a mostrare quelli che considerano «gli appartamenti più richiesti»: una specie di «suite» con tanto di terrazzino che guarda la collina e con interni di pregio.

KATRINA. Bertolaso ribadisce che «la nostra Protezione civile collabora con le forze di polizia, con i vigili e con tutti gli apparati dello Stato. Si pensi che dopo l’uragano Kathrina negli Stati Uniti ci sono moltissime persone che ancora vivono nei container. Questo perché negli Usa manca il coordinamento tra le varie forze».

LE CASE DA CONSEGNARE. Oggi è prevista la consegna di 400 appartamenti. Una commissione formata da tecnici del Comune, forze dell’ordine e Protezione civile ha verificato, in colloqui con i diretti interessati, se le richieste formulate nel censimento dei cittadini con casa inagibile E ed F sono valide. Da oggi, ogni settimana, all’Aquila saranno consegnati ai terremotati 300 appartamenti, dove mediamente vivranno circa mille persone. Il progetto Case prevede la realizzazione, in 19 siti, di 4.700 appartamenti che daranno un tetto a oltre 16mila persone.