Il direttore del Parco lascia dopo ventotto proroghe

Finisce il mandato di Maranella all’ente Gran Sasso-Laga. Il ministero sceglie il successore
L'AQUILA. Finisce la lunga proroga del direttore del Parco nazionale Gran Sasso-Monti della laga Marcello Maranella. Il nuovo direttore sarà scelto dal ministero dell’Ambiente da una rosa di tre nomi che uscirà fuori da un avviso pubblicato dall’ente. Nel frattempo il presidente del parco Arturo Diaconale, ha proceduto, tramite l'istituto del cosiddetto “interpello”, a individuare nella dottoressa Silvia De Paulis, la funzionaria che, per i prossimi tre mesi, sostituirà Maranella nelle funzioni di direttore. Diaconale ha ringraziato Maranella del «qualificato servizio» assicurato all'Ente Parco dal 2004 a oggi e della «guida efficace» che ha saputo garantire, soprattutto nella difficile e lunga fase di commissariamento che si è protratta dal 2006 al 2010, oltre che nella perdurante fase che vede l'assenza degli organi statutari.
«Nonostante tali difficoltà», ha ricordato Diaconale, «e grazie alla sua competenza e professionalità, l'ente ha mantenuto livelli di presenza ed operatività tali da farne un modello di buon governo a livello nazionale». La vicenda del direttore “facente funzioni” del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga era diventato un caso nazionale, perché il suo incarico è stato prorogato per ben ventotto volte. Dopo una lettera pubblicata dal Centro in cui un consigliere comunale di Castel del Monte, Bruno Dante, palesava l'assurdità della nomina, che avrebbe dovuto avere carattere provvisorio per ragioni di «necessità e urgenza» (a partire dal 2004), la notizia venne ripresa dal Corriere della Sera trasformandolo in un esempio di come l'ambiente in generale sia avvolto dal disinteresse assoluto della politica nazionale e locale. E sia usato soltanto per offrire qualche poltrona.
Diaconale, alla guida del Parco dal 2007, giustificò le proroghe ricordando che il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga non ha un Consiglio direttivo da quando lui si è insediato e che proprio il Consiglio direttivo, secondo lo statuto e la legge 394, deve proporre tre nomi - pescati da un apposito elenco - da sottoporre al ministero dell'Ambiente che poi fa la nomina. Un pasticcio da cui sembra ora che l’ente sia uscito.
Intanto Il Wwf, a firma del responsabile abruzzese Luciano Di Tizio e del consigliere nazionale Dante Caserta, ha indirizzato una lettera al presidente della Regione Luciano D'Alfonso e all'assessore ai parchi Donato Di Matteo per chiedere un intervento presso i ministeri competenti al fine di sollecitare la nomina dei consigli direttivi dei parchi nazionali presenti in Abruzzo. «Dei 23 parchi nazionali esistenti in Italia», scrive il Wwf, «attualmente solo 3 hanno un presidente e un consiglio direttivo operativo. Negli altri 20 parchi è stato nominato solo il presidente, a volte dopo commissariamenti duranti anni, ma non il consiglio direttivo, determinando così una gestione anomala, peggiore persino del commissariamento degli Enti. Il ritardo per quanto riguarda i parchi abruzzesi è addirittura imbarazzante: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è privo del consiglio direttivo dal 22 gennaio 2007, il Parco Nazionale della Majella dal 20 settembre 2007, il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise dall'11 luglio 2012».
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