Il gip: «Altri nonni-ospiti in pericolo»

Per l’accusa il meccanismo dei conti prosciugati può essere ripetuto, così è scattato l’arresto dei gestori della casa di riposo

L’AQUILA. «Altri anziani sono in pericolo». Lo scrive il giudice per le indagini preliminari Guendalina Buccella nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale dispone il carcere per Piero Melonio, 65 anni, di San Demetrio ne’ Vestini e la moglie Gilda Bernabei, 64 anni (per 5 anni assessore), gestori della Casa Serena Santa Maria della Pace di Fontecchio di proprietà della “Fondazione Spes Nostra onlus”, eredità della struttura fondata dallo scomparso monsignor Emidio Di Pasquale, negli anni Settanta. Una struttura finora vanto per tutta la vallata e divenuta motore economico, attraverso gli agognati posti di lavoro, di centri invero minuscoli e spopolati. L’accusa è quella di aver sottratto a persone malate di schizofrenia, Parkinson e altre gravi patologie la somma di due milioni attraverso passaggi di soldi da capogiro. Tutte persone rimaste sole.

ALTRI CASI? Mentre marito e moglie, che sono stati rinchiusi, rispettivamente, nelle carceri dell’Aquila e Teramo, attendono l’interrogatorio di garanzia (domani?), dalle carte emergono elementi che lo stesso gip chiede alla Procura di approfondire, al fine di valutare se ai casi già esaminati possano aggiungersene altri. «Sono in corso accertamenti funzionali anche a chiarire il ruolo di altri soggetti a vario titolo coinvolti nelle operazioni illecite già accertate (uno dei quali già iscritto nel registro degli indagati), ragionevolmente posti in essere con la complicità di soggetti anche esterni alla struttura. Né può trascurarsi come il completamento delle indagini non possa non prevedere l’escussione di taluni degli ospiti della struttura, da un lato, e di alcuni dei dipendenti, dall’altro, soggetti che, seppur per diverse ragioni, versano in una condizione di inferiorità psicologica rispetto alla coppia Melonio-Bernabei, e potrebbero essere influenzati dagli stessi sul tenore delle dichiarazioni da rendere». Per il giudice, inoltre, «sussiste per entrambi gli indagati il pericolo che commettano ulteriori reati della medesima specie».

IL TERZO INDAGATO. Nell’indagine entra anche una terza persona. Si tratta di Sandro Battista, di 44 anni, residente a Popoli, componente del consiglio d’amministrazione della struttura. Ma l’inchiesta potrebbe avere ulteriori sviluppi, all’esito dell’esame della copiosa documentazione sequestrata e soprattutto degli interrogatori ai quali saranno sottoposti non soltanto i principali protagonisti della vicenda ma anche, come annota lo stesso gip, quei «soggetti compiacenti, propri dipendenti e collaboratori, dipendenti di istituti di credito e/o postali, notai...» che per l’accusa costituiscono già da ora «una rete capillare» sulla quale si chiede ai pm di scavare ancora. E di sentire anche gli anziani ospiti della struttura.

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