Castel di Sangro

Il Napoli a Castel di Sangro: scade il contratto di sei anni, ora serve un nuovo accordo

25 Luglio 2025

Il club partenopeo ha fatto sapere di voler continuare alle stesse condizioni, Marsilio deve fare una scelta politica anche alla luce dei tagli di bilancio​

​​​​​Mercoledì il Napoli si radunerà a Castel di Sangro per dare il via alla seconda fase della preparazione precampionato iniziata a Dimaro, in Trentino. Per il sesto anno consecutivo – e fino al 14 agosto - i partenopei si alleneranno sull’Alto Sangro in ottemperanza a un accordo tra la Regione Abruzzo e il club del presidente Aurelio De Laurentiis. Come noto, la Regione paga al Napoli un milione ogni anno. Esattamente un milione 220mila euro compreso Iva. Contratto di sei anni stipulato nell’estate del 2020. Che, quindi, termina in questa stagione sportiva che comprende il ritiro in Abruzzo dei campioni d’Italia e poi – fino al 30 giugno prossimo – tutta una serie di iniziative di marketing territoriale che il Napoli svolge di concerto con la Regione. Nell’accordo stipulato nel 2020 si legge della «facoltà della S.S.C.Napoli di recedere con comunicazione scritta da inviarsi entro il 31 maggio 2021 e di estendere la durata per altre sei estati al termine del sesto anno con comunicazione scritta da inviarsi entro il 31 marzo 2025». Dire che la convenzione stipulata è piegata alle esigenze del Napoli è dire poco. Sta di fatto che teoricamente è l’ultimo ritiro del Napoli nell’Alto Sangro. Teoricamente. Dal canto suo il club campione d’Italia ha fatto sapere che intende avvalersi della facoltà di estendere il contratto per altri sei anni. In realtà, la scelta deve essere politica, della maggioranza di centrodestra alla Regione guidata da Marco Marsilio. E l’argomento non è stato ancora affrontato.

Anche perché in tema di bilancio e in tema di investimenti e disponibilità economica la situazione è cambiata dal 2020 a oggi. I problemi legati alla sanità, le nuove tasse e le polemiche politiche impongono un ragionamento. Anche se, va rimarcato, che la giunta di centrodestra non ha mai avuto dubbi o ripensamenti sulla scelta fatta all’epoca. Quindi, il Napoli vuole andare avanti, la Regione deve pensarci.

I sei anni. Dal 2020 a oggi il Napoli ha vinto due scudetti, la popolarità del club è cresciuta e il ritorno di immagine della sua presenza in Abruzzo è lievitata. Andando oltre ogni più rosea previsione. Nel frattempo ci sono state polemiche politiche e social a non finire perché «pagare una società professionistica di calcio per fare allenamento sul nostro territorio è un controsenso per una Regione costretta ad aumentare le tasse». Un’accusa a cui Marsilio e il centrodestra replicano con i dati sull’indotto generato dall’operazione e sul marketing territoriale schizzato. Durante i sei anni c’è stato il Covid e i primi due ritiri precampionato non sono stati seguiti dalla tifoseria partenopea come le successive.

Non solo ritiro. Il contratto non si esaurisce con la fase di allenamenti allo stadio Patini. Il Napoli, infatti, si impegna ad ospitare sulla sua pagina web e sui suoi social network specifiche iniziative promozionali della Regione Abruzzo; mette a disposizione propri tesserati per propagandare le bellezze paesaggistiche dell’Abruzzo; concede durante le partite spazi pubblicitari sui cartelloni a bordocampo; e mette a disposizione della Regione anche un pacchetto di biglietti di partite interne allo stadio Maradona. Tutto secondo contratto.

La beffa di Marsilio. La curiosità e il paradosso è che il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, abruzzese trapiantato a Roma, è di fede juventina. E si trova a fare operazioni commerciali con il Napoli del presidente De Laurentiis, acerrimo rivale dei bianconeri.

Parlare bene. Sono tante le clausole inserite nel contratto. Una è particolarmente curiosa: «Le parti si impegnano reciprocamente (ciascuna per quanto di propria competenza) a richiedere espressamente ai propri dipendenti di non formulare pubblicamente, anche attraverso interviste concesse agli organi di informazione, giudizi o dichiarazioni che comunque possano arrecare nocumento al prestigio del Napoli e della Regione in generale e ad adottare nei confronti degli inadempienti le opportune iniziative, salvo quelle di competenza specifica della parte danneggiata».

La scelta. Il Napoli calcio in ritiro in Abruzzo «crea un sicuro ritorno economico. Infatti, il comprensorio di Castel di Sangro, Rivisondoli, Roccaraso e Pescocostanzo è già oggetto di attenzione turistica di abitanti campani come ritrovo turistico invernale e che, presumibilmente, hanno già una familiarità dei territori e pertanto, siamo difronte ad un'occasione unica e irripetibile per destagionalizzare i flussi turistici di quel comprensorio, favorendo, quindi, un percorso virtuoso che porterebbe a rifrequentare i medesimi luoghi anche nei mesi estivi, tenendo, altresi, conto del fenomeno delle cosiddette "seconde case" in quel territorio».

Modalità di pagamento. Bisogna tornare al 2020 e scoprire che il Napoli ha voluto in relazione alla prima stagione (2020/2021) il 20% alla firma della convenzione; 20% entro 30 giorni dalla fine del ritiro estivo; 60%, € 600.000,00 (Euro seicentomila/00) + Iva, in 6 rate di pari importo ciascuna di € 100.000,00 (Euro centomila/00) + Iva da pagarsi mensilmente a partire da gennaio a giugno 2020”. E per quanto riguarda le successive stagioni 6 rate di pari importo ogni due mesi con inizio dal 1 luglio di ciascun anno e quindi: 1 luglio; 1 settembre; 1 novembre; 1 gennaio; 1 marzo; 1 maggio».

A Dimaro. Il Napoli a Castel di Sangro arriverà dopo aver svolto una prima fase di preparazione a Dimaro, in Trentino. Una consuetudine che si rinnova da una quindicina di anni. Da quel che è dato sapere anche la provincia autonoma del Trentino, attraverso Trentino Marketing/Sviluppo, paga circa un milione al Napoli per il suo soggiorno estivo. Ammonta in tutto a 4.250.751 euro l'investimento sostenuto dalla Provincia attraverso Trentino Marketing/Sviluppo per ospitare tra il 2015 e il 2019 i ritiri estivi di squadre di calcio del calibro di Napoli, Fiorentina, Roma, Chievo Verona, Hellas Verona, Venezia, Cagliari, Bologna, Parma, Bari e Spal.

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