Impediva alla compagna di uscireUomo di Sulmona rinviato a giudizio

È accusato di vessazioni e soprusi nei confronti della convivente
SULMONA. Accecato dalla gelosia avrebbe maltrattato la sua convivente, impedendole di uscire di casa e di frequentare le sue amiche. Una storia di vessazioni e soprusi nell'ambito familiare, quella denunciata da una donna di Sulmona, che dopo anni di silenzio, si è rivolta alla polizia per avere giustizia. Ieri il giudice per le udienze preliminari, Massimo Marasca, ha stabilito che le accuse rivolte nei confronti di Maurizio Marinucci, 48 anni di Sulmona, sono sostenute da evidenti riscontri e che dovranno quindi essere approfondite in processo.
Nella stessa udienza la donna che ha 39 anni, assistita dall'avvocato Cinzia Simonetti, si è costituita parte civile, chiedendo un risarcimento di 50mila euro per i danni di natura biologica, morale ed esistenziale che avrebbe subito. Otto mesi di convivenza, dal luglio del 2009 all'aprile del 2010. Inizialmente era una relazione tranquilla ma dopo poche settimane la donna racconta che il suo convivente è diventato aggressivo e le impediva di frequentare le sue amiche. Colpa della sua gelosia davvero ossessiva.
«La mia vita e quella dei miei figli era diventata un inferno», afferma la donna, «in quanto lui era giunto al punto tale che terrorizzava tutta la famiglia, impedendo a tutti noi di svolgere anche le cose più normali del mondo. Nascondeva le chiavi della mia macchina per non farmi uscire e di notte, aspettava che io dormissi, per controllare le chiamate e i messaggi in quanto la sua gelosia era al di fuori di ogni umana immaginazione e l'ho lasciato». E da quel momento che per la donna è iniziato un vero e proprio inferno. «Mi ha inseguita varie volte con la sua autovettura», ha raccontato al giudice la 39enne, «mi ha aggredito verbalmente dicendomi che ero una poco di buono e l'avevo tradito con altri uomini». L'ennesimo episodio di violenza che l'ha convinta a rivolgersi alla giustizia. (c.l.)
Nella stessa udienza la donna che ha 39 anni, assistita dall'avvocato Cinzia Simonetti, si è costituita parte civile, chiedendo un risarcimento di 50mila euro per i danni di natura biologica, morale ed esistenziale che avrebbe subito. Otto mesi di convivenza, dal luglio del 2009 all'aprile del 2010. Inizialmente era una relazione tranquilla ma dopo poche settimane la donna racconta che il suo convivente è diventato aggressivo e le impediva di frequentare le sue amiche. Colpa della sua gelosia davvero ossessiva.
«La mia vita e quella dei miei figli era diventata un inferno», afferma la donna, «in quanto lui era giunto al punto tale che terrorizzava tutta la famiglia, impedendo a tutti noi di svolgere anche le cose più normali del mondo. Nascondeva le chiavi della mia macchina per non farmi uscire e di notte, aspettava che io dormissi, per controllare le chiamate e i messaggi in quanto la sua gelosia era al di fuori di ogni umana immaginazione e l'ho lasciato». E da quel momento che per la donna è iniziato un vero e proprio inferno. «Mi ha inseguita varie volte con la sua autovettura», ha raccontato al giudice la 39enne, «mi ha aggredito verbalmente dicendomi che ero una poco di buono e l'avevo tradito con altri uomini». L'ennesimo episodio di violenza che l'ha convinta a rivolgersi alla giustizia. (c.l.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA