In 27 mila vivono con l’autonoma sistemazione

2 Marzo 2010

Cialente proporrà l’aumento del contributo per consentire ai nuclei più piccoli di trovare una casa

L’AQUILA. Di molti non si sa neppure se vivono ancora in città o se hanno optato per un trasferimento, magari solo temporaneo. Cosa certa, invece, è che sono 14.262 i nuclei familiari che, tra le possibili misure di sostegno a favore dei terremotati, hanno scelto il contributo per l’autonoma sistemazione (Cas). Secondo i dati del Comune, aggiornati al 28 febbraio, a percepire il contributo mensile sono dunque oltre 14 mila famiglie, ovvero 27.827 persone. Sempre secondo il report messo a punto dal Comune - il cui personale in queste ultime settimane sta incrociando dati e notizie per avere un quadro il più chiaro possibile sulla sistemazione dei terremotati - ben 7.127 sono i single. 3.091 sono, invece, i nuclei costituiti da due persone, mentre 2.088 sono le famiglie che hanno tre componenti. 1.657 quelle composte da quattro persone.

E poi su ancora, fino ai pochissimi nuclei da sette e da 8 persone, quelli che contano genitori, figli e nonni. Famiglie che hanno rifiutato la sistemazione alberghiera o nelle caserme e che hanno ripiegato sul contributo mensile. Una scelta che in tanti hanno fatto a partire da settembre, quando l’assegno è stato aumentato. Gente per lo più con le case B e C, in attesa di quelle ristrutturazioni leggere che tardano, però, a cominciare. E poi ci sono quelli con le case E o F (i nuclei più piccoli) che hanno trovato un appoggio temporaneo, magari da familiari e amici. Persone, quest’ultime, che probabilmente non riusciranno ad avere una casa visto che all’appello mancano alloggi (quelli del progetto Case e dei Map) per 1.200 single e per 400 nuclei familiari da due.

Così, per fronteggiare la situazione e aiutare proprio i nuclei familiari più piccoli (da uno e da due) a trovare soluzioni abitative alternative, il sindaco Massimo Cialente,che è anche vice commissario per la ricostruzione, è pronto a presentare la richiesta di aumento del contributo mensile, ma solo per chi ha la casa classificata E o F, o collocata in zona rossa. Per i single con meno di 65 anni il contributo (una volta emanata l’ordinanza) dovrebbe passare da 300 a 500 euro euro. Per i single che hanno più di 65 anni si passerà da 500 a 700 euro. Per le coppie under 65 arriveranno 200 euro di aumento (da 400 a 600). Per i nuclei composti da due persone più anziane si passerà da 800 a mille euro.

E novità sono previste anche per chi ospita nella sua casa (ma non in fitto) una persona sola o una coppia in autonoma sistemazione. La proposta prevede, infatti, l’assegnazione di un contributo mensile di 200 euro anche per chi accoglie un parente, o un amico sfollato in casa. Per il Comune queste misure consentiranno l’accesso al mercato degli affitti anche a quelle persone finora tagliate fuori perché nell’impossibilità di pagare 600 euro, o anche più, per case dimensionate per famiglie più grandi, le uniche attualmente disponibili. Misure che dovrebbero riguardare coloro che intendono riavvicinarsi in città e che scatteranno solo per i proprietari di case danneggiate dal terremoto e non per chi prima del sei aprile era in fitto.

Insomma, l’obiettivo del Comune è capire dove vivono le persone in autonoma sistemazione e riavvicinare quelle che si sono trasferite.
Il tutto con l’invito ad avitare le «furbate», o meglio i passaggi dai fitti concordati all’autonoma sistemazione, per molte famiglie ora decisamente più appetibile.