In videochiamata mostra i genitali a una compagna, ma è suo padre a finire sotto accusa

12 Ottobre 2025

Denunciato dalla famiglia della ragazza, un 13enne aveva usato il telefonino del genitore, che pertanto dovrà rispondere di corruzione di minore per non aver esercitato il dovuto controllo

SULMONA. Mostra i genitali durante la videochiamata ad una coetanea e per il suo comportamento finisce nei guai il padre. La vicenda, dai contorni delicati e preoccupanti, è finita sul tavolo del giudice per le udienze preliminari del tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, che ha fissato il giudizio con rito abbreviato per un 51enne residente in Valle Peligna. L'uomo deve rispondere dell'accusa di corruzione di minore. Reato che prevede una pena che va da uno a cinque anni di reclusione. L'udienza è stata fissata per il prossimo 26 febbraio. I fatti risalgono allo scorso anno quando, in un paese del Centro Abruzzo, un ragazzino di 14 anni (all'epoca ne aveva 13), dopo aver preso il telefono cellulare intestato al padre, si era recato a scuola e qui, assieme ad un amico, aveva effettuato una videochiamata ad una tredicenne.

Dopo i saluti, il ragazzino aveva messo in mostra i propri genitali, tentando un approccio intimo con la sua coetanea che, ovviamente, non aveva gradito il tenore della videochiamata. La ragazza aveva subito avvisato i propri familiari che si erano recati nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia. La Procura della Repubblica aveva quindi disposto nell'immediatezza accertamenti irripetibili e il sequestro del dispositivo. I carabinieri si erano quindi presentati a casa del padre, il quale aveva dichiarato di non avere con sé il telefono poiché lo aveva preso il figlio. Quindi il successivo blitz a scuola che aveva permesso ai militari di recuperare il telefono cellulare con cui era stata effettuata la videochiamata hot.

Essendo il padre intestatario della scheda sim, al termine delle indagini preliminari, la Procura gli ha contestato il reato di corruzione di minore, per non aver esercitato il controllo sul ragazzo che, tramite il dispositivo intestato all'imputato, aveva videochiamato una ragazzina e compiendo, seppur da remoto, atti sessuali. Il processo si terrà quindi a febbraio. Il 51enne dovrà chiarire la propria posizione davanti al gup mentre la difesa annuncia battaglia. Un fascicolo è stato aperto anche dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila, chiamato ad esprimersi anche sulla potestà genitoriale del 51enne e della sua ex.

La vicenda rimette al centro dell'attenzione la responsabilità nel controllo e nell'uso dei telefoni cellulari da parte dei minori. Non meno di qualche settimana fa un altro grave caso era balzato alle cronache: una dodicenne era stata abusata da tre giovanissimi di 14, 17 e 18 anni che avrebbero perfino ripreso gli atti sessuali e la presunta violenza. Video che sono finiti sui telefoni di diversi utenti che rischiano di finire sotto inchiesta per revenge porn, ovvero per diffusione illecita di materiale a contenuto sessualmente esplicito.

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