Inchiesta Collabora, tre rinvii a giudizio e otto proscioglimenti

6 Dicembre 2011

Processo per Vittorio Ricciardi, Carla Mastracci e Ludovico Presutti. Prosciolto dalle accuse il presidente del consiglio comunale dell'Aquila Carlo Benedetti

L'AQUILA. Il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha rinviato a giudizio tre persone nell'ambito dell'inchiesta sulla società Collabora spa, la società venduta alla Provincia dell'Aquila con un valore gonfiato secondo gli investigatori, che hanno ipotizzato il reato di truffa. Il 18 maggio 2012 a processo andranno Vittorio Ricciardi, all'epoca amministratore delegato della società, e gli ex componenti del collegio sindacale Carla Mastracci e Ludovico Presutti.

Decretato il non luogo a procedere per altri nove indagati: Carlo Benedetti, presidente del Consiglio comunale dell'Aquila, che era stato coinvolto come ex presidente del cda di Collabora spa; Fabio Ranieri, all'epoca dei fatti consigliere di amministrazione di Collabora spa nonché consigliere comunale, Quirino Bisegna, 53 i componenti del collegio sindacale Maria Vittoria Bressan e Omero Martella, i tre dirigenti Giovanni Di Pangrazio, ex direttore generale della Provincia dell'Aquila e attuale dirigente del Comune dell'Aquila, Vincenzo Mazzotta, tra l'altro indagato per il crollo del Convitto nazionale nel terremoto, e Michela Leacche e infine il funzionario Andrea Gentileschi.

A carico dei tre imputati si sostiene una falsa rappresentazione contabile nei bilanci ai danni della Provincia al momento della trasformazione di Collabora spa in società in house. Nel 2006, d'intesa con gli organi di amministrazione, Ricciardi avrebbe ingigantito il valore delle quote della società, ceduta all'amministrazione provinciale per circa 300 mila euro. La posizione del manager è stata fin dall'inizio dell'attività di indagine la più esposta, meno gravi sembrano invece quelle degli altri. Al manager, già direttore di Abruzzo Engineering, viene contestato anche un reato fiscale: avrebbe omesso di versare per il 2005 ritenute di acconto per circa 50 mila euro. A lui nell'ambito dell'inchiesta l'autorità giudiziaria ha sequestrato due immobili all'Aquila, una porzione di immobile a Napoli e una Maserati, per un valore di circa 312 mila euro.