Inchiesta crolli all’ospedale, è giallo

Non si trovano alcune carte sui lavori di costruzione: slittano gli avvisi di garanzia 

L’AQUILA. Doveva essere un filone investigativo da terminare subito dopo quelli sui crolli della Casa dello Studente e il Convitto. Ma per l’ospedale ci sono intoppi: alcuni documenti sembrano spariti.

GLI ATTI.
La procura della Repubblica, secondo quanto si è appreso, non è ancora riuscita ad entrare in possesso di alcuni importanti documenti: in particolare, non sono state recuperate carte sulla complessa e lunga storia dei lavori di una struttura progettata negli anni settanta e costruita in fasi che si sono susseguite in oltre 30 anni con avvicendamenti di alcune imprese. E’ questo il motivo per il quale i consulenti nominati dalla procura non hanno potuto ancora presentare la perizia completa che, comunque è quasi del tutto definita. E, conseguentemente, il procuratore capo, Alfredo Rossini e il sostituto Fabio Picuti non possono firmare gli avvisi di garanzia nei confronti dei presunti responsabili dei crolli per disastro colposo, reato indicato visto che non ci sono state vittime. Una vicenda, questa, che è in mano sotto il profilo investigativo alla Finanza. I vertici della Asl dell’Aquila stanno cercando le carte; comunque, se non verranno fuori in tempi rapidi, non sarebbe esclusa una nuova inchiesta visto che i magistrati potrebbero decidere di vederci chiaro ed indagare sull’ipotesi che i documenti siano stati fatti sparire di proposito da qualcuno perchè forse prova di situazioni non del tutto chiare. Per contro si tratta di atti risalenti a molti anni fa che non è semplice trovare. E, inoltre, va anche precisato che la maggioranza della documentazione richiesta è già nelle mani della finanza.

LA TALPA.
Sull’ospedale è giusto ricordare un episodio che ha fatto riflettere i magistrati, capitato a fine giugno (e all’epoca da noi reso noto) quando un cittadino trovò nella propria auto un dischetto lasciato lì da un anonimo indirizzato alla Procura. Nel dischetto, consegnato ai magistrati, c’erano innumerevoli tavole riguardanti planimetrie e progetti dell’ospedale San Salvatore, un materiale cospicuo ritenuto utile.

INAGIBILITA’.
La inagibilità dell’ospedale San Salvatore provocò polemiche ed anche qualche imbarazzo visto che, secondo molti, anche dei tecnici, ci si attendeva che una struttura pubblica così importante potesse avere più resistenza. Le immagini dei feriti per il terremoto curati all’aperto hanno fatto il giro del mondo. L’assetto originario dell’ospedale San Salvatore non è ancora stato riattivato quindi è ancora una struttura parzialmente funzionante, nonostante esista un piano di ripristino della struttura che sta rispettando i tempi. Finora, secondo quanto è scaturito, sembrerebbe che alcuni pilastri non siano stati fatti a regola d’arte per l’assenza di staffe.

INGEGNERIA.
Nei primi giorni di questa settimana è prevista la definizione delle indagini anche per il crollo della sede della facoltà di ingegneria a Roio, dove non ci sono state vittime. La procura sta per inviare l’avviso di conclusione agli indagati. In prima battuta sono state nove le persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui direttori di cantiere, con l’accusa di disastro colposo. Secondo la procura se la scossa ci fosse stata di mattina, ci sarebbero potuto essere duemila vittime dal momento che il crollo è avvenuto nelle vicinanze di una zona molto frequentata dagli studenti.