Peggiora la situazione alla Technolabs, preoccupazione dei sindacati

Industria, si aggrava la crisi La Fida ricorre alla cassa

L’AQUILA. Cassa integrazione a cascata nel polo elettronico. La crisi che ha colpito il settore metalmeccanico dilaga e si aggiunge all’emergenza lavorativa post-sisma. In difficoltà c’è la Fida Spa, che ha chiesto 13 settimane di Cig. E la situazione è peggiorata alla Technolabs.

I sindacati sono seriamente preoccupati: l’ondata di ricorsi all’ammortizzatore sociale, tra le aziende aquilane, non è più solo un campanello d’allarme. Soprattutto se si pensa che, complice il terremoto, nel 2009 le ore di cassa integrazione sono aumentate di oltre il 700%, rispetto al 2008, e se si inquadra il fenomeno all’interno di un panorama occupazionale ed economico già nero. Il settore metalmeccanico è stato uno dei pochi a poter contare sulle proprie gambe, senza l’appoggio della cassa in deroga, dopo il sisma del 6 aprile. Ma la crisi generale sembra inarrestabile: l’ultima azienda interessata da un calo della produzione è la Fida Spa, insediata dal 2004 nel polo elettronico.

«In base agli accordi sottoscritti», spiega il segretario provinciale della Fiom, Alfredo Fegatelli, «la Fida e la Elital sarebbero dovute diventare nel 2010 proprietarie dello stabile occupato. Ma nessuno ha rispettato tali accordi, tanto che non è stato completato il piano di riassunzione degli ex lavoratori della Lares Tecno, e per di più ora l’azienda ha chiesto l’attivazione della cassa integrazione, per 13 settimane, con il coinvolgimento, a rotazione, di tutti i 38 dipendenti». La Fida lavora soprattutto nel campo della tabellonistica pubblicitaria. Non se la passa meglio il laboratorio di ricerca della Technolabs: «Qui la situazione è precipitata», spiega ancora Fegatelli, «perché alle 70 persone già in cassa integrazione dal mese di agosto, se ne sono aggiunte altre 15.

Sono venuti meno i progetti da realizzare con una società di Milano, il gruppo Vincra, e quindi la produzione è diminuita. Del resto, anche alla P&A Service, altra impresa del gruppo Compel, una ventina di lavoratori è finita in cassa. Senza dimenticare la Cn-System, dove i licenziamenti sono stati evitati per un soffio, e la Intercompel. Se aggiungiamo anche la Otefal di Bazzano, dove la cassa è scattata da settimane, sono ben poche le realtà metalmeccaniche, all’Aquila, a non essere in crisi».

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