Isola pedonale in centro, aquilani favorevoli
Il voto con gli sms, l'88 per cento ha detto sì. Il sindaco: è anche il mio obiettivo
L'AQUILA. Agli aquilani piace l'isola pedonale nel centro storico della città. E' questo il risultato dell'iniziativa del Centro che con gli sms ha voluto “tastare il polso” su un problema da sempre all'ordine del giorno ma sul quale nulla di concreto è stato ancora fatto. Ma liberare il centro storico della città dalle auto è tutt'altro che facile. Ne è consapevole anche il sindaco Massino Cialente.
«L'iniziativa del quotidiano il Centro» afferma Cialente «conferma che c'è da parte dei cittadini la voglia di una città ordinata e di un centro storico a misura d'uomo. Io sono convinto, e non da ora, che il futuro della città passa per la chiusura del centro storico alle auto. E penso soprattutto ai turisti che vengono all'Aquila e vogliono apprezzarne le bellezze. Noi stiamo già lavorando su questo. Voglio però evitare la politica degli annunci che poi non si concretizzano mai.
Il giorno che decideremo di chiudere il centro storico lo faremo ma a ragion veduta e con il più ampio coinvolgimento delle parti interessate, a cominciare dai commercianti e da quanti nel centro storico ci abitano. I problemi sono tanti e non ce li nascondiamo. Innanzitutto» sottolinea Cialente «dobbiamo risolvere il problema della metropolitana. Se chiudiamo il centro storico bisogna sapere poi come ci si arriva, se le auto non possono più entrare. Inoltre c'è la questione dei residenti. Chi abita in centro, deve arrivare nel cuore della città senza problemi e avere la possibilità di parcheggiare e possibilmente non in mezzo alla strada ma in aree di sosta riservate. Per questo stiamo pensando anche a diverse soluzioni, come i parcheggi interrati. Ma qualcosa al di là di tutto stiamo facendo già da adesso. Ho dato indicazioni affinché le isole pedonali che ci sono, vedi via Sallustio, siano veramente tali e non come spesso mi è capitato di vedere, totalmente invase dalle auto. Anche lungo il corso, oggi, secondo me, passano troppe macchine».