L’Aquila, il gip conferma la sospensione delle maestre accusate di maltrattamenti

Rigettate le richieste degli avvocati delle tre indagate messe sotto accusa dalla squadra mobile dopo la denuncia di due tirocinanti

L’ AQUILA. Le tre educatrici dell’asilo nido ’Cip & Ciop’ dell’ Aquila, accusate di maltrattamenti nei confronti di bambini fino a tre anni, restano sospese dalla professione. Lo ha deciso il gip Guendalina Buccella rigettando l’istanza avanzata dai legali delle indagate, tutte assistite dagli avvocati Ferdinando ed Manuela Paone. In particolare si tratta di Giuliana Colaiuda e Costantina Bucci, entrambe 33enni di Tornimparte e di Marika Rapele, 36 anni, originaria di Alatri (Frosinone). A mettere sotto accusa le maestre sono state le indagini condotte dalla squadra mobile dell’ Aquila i cui agenti si sono mossi a seguito di un esposto presentato da due tirocinanti dello stesso asilo (privato ma convenzionato con il Comune dell’ Aquila) andate via subito.

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Dai filmati audio-video ricavati da telecamere che la polizia aveva installato all’interno della struttura, sarebbero stati accertati trentatrè casi di vessazioni: bimbi lasciati soli sui seggioloni, pannolini cambiati non con la giusta frequenza, costrizioni consistite anche nel far mangiare i piccoli a forza tanto che alcuni avrebbero poi rigettato ciò che veniva loro somministrato. Ma dai filmati emergono anche punizioni: a volte i bambini venivano messi faccia al muro con il loro seggiolone e in un caso c’è stato anche uno scappellotto. Le maestre, comunque, hanno sempre sostenuto di aver agito con correttezza.

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Tuttavia oltre ai filmati, a rendere difficile la situazione delle tre educatrici c’è una relazione di alcune pagine della psicologa romana Melania Scali alla quale si era rivolto il pm David Mancini. Secondo l’esperta dalle immagini della polizia si osservano maltrattamenti psicofisici sia attraverso condotte attive, sia omissive. Gli atteggiamenti delle maestre, inoltre, sarebbero reiterati e abituali. La consulente del pm ha anche evidenziato come le indagate abbiano disatteso la funzione dell’educatore «in un contesto come quello dell’asilo nido, il tutto in un clima violento e non rispettoso dei bisogni dei bambini». Tra le conseguenze cui sarebbero andati incontro i piccoli - sempre secondo la psicologa - il disagio, l’inibizione, l’eccessiva agitazione psicomotoria, fino a modificare la sfera affettiva. Gli accertamenti della polizia sono stati condotti tra i mesi di luglio e settembre di quest’anno.