CORONAVIRUS

L'Aquila, la Asl "a caccia" degli assenteisti negli ospedali

Verifiche scattate a causa dei troppi certificati di malattia: "Lo dobbiamo a chi sta lavorando in questa fase di emergenza". E il primario lancia l'appello: rispettiamo il giuramento

L’AQUILA. La Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila si attiva per scoprire eventuali “imboscati” nel personale.
«Troppe assenze al lavoro durante l’emergenza coronavirus»: e fa scattare la verifica per «accertare eventuali irregolarità e adottare conseguenti provvedimenti».
«La direzione aziendale», fa sapere la Asl in una nota diramata nella tarda serata di ieri, «avendo registrato in queste settimane un alto tasso di assenteismo in corsie e uffici amministrativi, ha deciso di mettere sotto la lente d’ingrandimento le posizioni dei dipendenti che attualmente non sono al lavoro».

La Asl spiega che il provvedimento di verifica sul personale che ha presentato certificati medici, «è anche a tutela di quei dipendenti che, ligi al dovere, ogni giorno vanno al lavoro e, con abnegazione e sacrificio, assicurano le prestazioni all’utenza in condizioni molto difficili».
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IL PRIMARIO. «Ho chiesto all'azienda sanitaria che laddove ci siano certificati strategici di fare i dovuti controlli con le istituzioni preposte, sia nei confonti del medico sia nei confonti del paziente. Questo fenomeno infanga la dignità della categoria che nella stragrande maggioranza sta onorando la missione, non deve accadere che per alcuni ci rimette la faccia chi lavora, vorrei che si facesse chiarezza sui comportamenti». Così il primario del reparto di rianimazione dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, Franco Marinangeli, sul fenomeno del ricorso, ritenuto eccessivo dai tecnici, al certificato medico per assentarsi dal lavoro da parte dei sanitari anche in strutture in prima linea nella emergenza coronavirus.

«Faccio appello ad un atteggiamento etico, questa situazione non piace a nessuno, nessuno vorrebbe essere eroe, ognuno vorrebbe andare a lavorare solo in tempi di pace, però quando capita la guerra, il Giuramento di Ippocrate vale lo stesso e, siccome ci siamo impegnati tutti, mettiamoci una mano sulla coscienza - spiega ancora con toni decisi il professore -. Siccome si stanno palesando numerosi certificati, bisogna mettere in campo i dovuti controlli per evitare che questa situazione venga strumentalizzata, altrimenti anche chi sta lavorando in trincea, si sentirà solo e meno motivato: se si sceglie di fare questo mestiere non si può mandare un certificato a cuor leggero», conclude Marinangeli, fra i più attivi nella opera, anche fisica, messa in campo nella riapertura a tempo di record del G8, il piccolo ospedale realizzato dopo il terremoto del 2009 per l'evento mondiale, dove è stato insediato il covid-hospital di terapia intensiva che arriveranno gradualmente e stretto giro ad almeno 30.