La città prova a pensare ad altro con Sant’Agnese

Festa delle «malelingue», ecco tutte le iniziative Protagonisti gli studenti dell’Alberghiero «da Vinci»
L’AQUILA. Un momento di festa, di recupero della tradizione e delle radici della storia aquilana. La festa di Sant’Agnese è soprattutto questo. Da 9 anni la festa si è arricchita del festival della critica «sincera e costruttiva» nella tradizione aquilana, «Pianeta maldicenza», ideato dalla Confraternita dei devoti di Sant’Agnese. Tra i primi sostenitori dell’evento l’Alberghiero «da Vinci». Dall’inventiva del docente Domenico Di Benedetto e dalle mani dei suoi allievi nacque il dolce «Treccia di Sant’Agnese». La riscoperta della tradizione è anche rielaborazione storica della cucina aquilana. Da due anni ciò si concretizza anche nella cena cui partecipano le confraternite. A presentare la cena di venerdì 17 il preside dell’Alberghiero Domenico Evangelista insieme ad Angelo De Nicola. «La cena», ha spiegato, «è un omaggio all’Istituto Alberghiero. Lo scorso anno si sono uniti l’Accademia della cucina aquilana e il ristoratore Roberto Spagnoli che, con grande entusiasmo, ha messo a disposizione la sua cucina agli studenti». La cena, elaborata dalle tre classi del corso di cucina, sarà realizzata dagli studenti dell’ultimo anno, con la supervisione del docente che l’ha ideata, Valentino Ciccarelli. Zafferano dop di Navelli, cacio fiore aquilano, ricotta, baccalà, questi alcuni degli ingredienti della cena. «Sarà un momento per riscoprire la tradizione e la storia e per dare spazio a un’eccellenza quale è l’alberghiero dell’Aquila», ha detto Demetrio Moretti, delegato dell’Accademia della cucina aquilana. Per tutti gli aquilani l’appuntamento con l’Alberghiero è domenica, dalle 18, in Piazza Palazzo, quando, insieme a un brindisi caldo, potranno gustare gratis la Treccia realizzata dagli studenti. Tra una chiacchiera, una critica, una risata e un assaggio, gli aquilani cercheranno di dimenticare l’amarezza di questi giorni.
Barbara Bologna
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