«La metropolitana è una tragedia per la città»

Il sindaco Cialente: un’operazione pasticciata che avrà conseguenze disastrose

L’AQUILA. «Dovremo leggere il dispositivo della sentenza per poter capire quali potranno essere le ripercussioni sul Comune. Ma una cosa è certa: la metropolitana si sta rivelando una vera tragedia per la città. Un incubo senza fine che, al di là degli aspetti giudiziari, dovrebbe far riflettere tutti su come gli errori della politica possono pregiudicare la storia e la vita di una città». Il sindaco Massimo Cialente non nasconde la sua grande preoccupazione per una vicenda ormai fin troppo intricata e onerosa per il Comune. Il processo, chiuso l’altra sera con la condanna a un anno e 4 mesi dei dirigenti comunali Mario Di Gregorio e Vittorio Fabrizi e con l’assoluzione dell’imprenditore Eliseo Iannini (tutti e tre erano accusati di turbativa d’asta), è solo l’ultimo di una serie di “scivoloni” che hanno accompagnato l’iter progettuale e amministrativo di un’opera - incompiuta - che rischia di provocare una voragine nei conti di palazzo Margherita.

«Abbiamo deciso, in sintonia con il Ministero con cui siamo costantemente in contatto» afferma il sindaco Cialente «di affidare il caso metropolitana a un legale che possa dipanare questa matassa. C’è la necessità di accertare bene lo stato delle cose per poter compiere le scelte più giuste. Ma d’ora in avanti ogni passaggio dovrà essere fatto avendo cognizione delle conseguenze a cui l’Ente andrà incontro. Solo dopo aver capito, dal punto di vista legale, l’entità reale di questo disastro e le possibili azioni da mettere in campo per salvare il salvabile, potremo occuparci degli aspetti tecnici e urbanistici. La metropolitana, così come avevamo previsto, si sta rivelando un’operazione catastrofica. E voglio dire con chiarezza che all’amministrazione Tempesta va addebitata non solo la responsabilità politica di una scelta inopportuna, ma anche quella di non aver seguito le varie fasi dell’operazione poi addirittura abbandonata al suo destino. Questo è un macigno che deve pesare sulla coscienza di chi ha compiuto, forse con troppa faciloneria, tali scelte».

Sin qui il sindaco. Ma intanto restano molti i fronti aperti, come testimoniano i due armadi pieni di faldoni relativi all’opera, nata come project financing, divenuta ben presto oggetto di ricorsi, esposti e inchieste giudiziarie. Un iter “pasticciato”, finito anche nel mirino dell’Unione europea che, dopo aver avviato la procedura di infrazione, ha disposto il rinvio del “caso” alla Corte di giustizia europea. E per il Comune potrebbe profilarsi anche la restituzione dei finanziamenti ricevuti. Un’eventualità che potrebbe portare l’ente al dissesto. A stare in una botte di ferro è invece la Cgrt (ovvero Iannini) che ora, alla luce della sentenza pronunciata venerdì sera, potrà andare avanti con la richiesta del risarcimento dei danni per la mancata prosecuzione dell’opera.

Il tutto quando già la commissione arbitrale, nominata dalla giunta Tempesta, ha fissato in 3 milioni e 700 mila euro (più Iva) l’ammontare delle riserve spettanti fino alla fine del 2006 alla Cgrt. E dal primo maggio a quella somma si stanno aggiungendo altri 10 mila euro al giorno.Ma proprio sulla commissione arbitrale potrebbe aprirsi un altro fronte di responsabilità. Infatti, a quella commissione la giunta Tempesta ha assegnato un potere vincolante senza, però, impegnare la somme (come invece avrebbe dovuto fare) per far fronte alle riserve e per pagare le parcelle (60 mila euro) dei tre componenti della commissione stessa. E ciò nonostante i “richiami” del segretario generale. Una storia infinita che non mancherà di riservare altre amare sorprese.