"La mia casa è in discreto stato ma purtroppo è nella zona rossa"

24 Febbraio 2010

Essere single diventa una colpa: si finisce in fondo a tutte le graduatorie. "Tutti i giorni da un albergo sulla costa all'Aquila per andare al lavoro"

Oltre 30.000 in "sistemazione autonoma"
La nostra è una bellissima casa nel centro storico. E' stata classificata B: i tecnici sono concordi nel dire che è in "discreto" stato. Però la nostra via è stata a lungo inserita nella Zona Rossa e quindi non abbiamo potuto avviare le pratiche in tempi rapidi perché non è stata fatta l'ordinanza per quello che alcuni chiamano il centro storico e che io chiamo invece L'Aquila. Dopo molto tempo, senza che in effetti fosse stato fatto nulla (nella strada ci sono ancora le stesse tegole cadute quella maledetta notte!), la zona è stata riaperta e abbiamo presentato la domanda. Ad oggi non abbiamo ancora avuto risposta.

Viviamo a Pescara dove abbiamo affittato un appartamento. Siamo una delle tantissime famiglie in "sistemazione autonoma".  Nessuno, citando i numeri del terremoto, considera che, oltre agli aquilani alloggiati negli alberghi, nelle C. A. S. E. o nei MAP, ci sono più di 30.000 (!) persone  - un terzo di tutti gli abitanti dell'Aquila - che hanno trovato autonomamente una sistemazione, in genere in altre città. Poiché noi percepiamo un contributo è facile controllare: viene pubblicato ogni mese l'elenco degli aventi diritto. L'ultimo è un lunghissimo documento - ho fatto i conti - di 320 pagine con mediamente 47 nomi per pagina, ciascuno dei quali corrisponde ad una famiglia (potete verificare, lo trovate qui: http://www.comune.laquila.it/documenti/terremoto/091221ELENCO.pdf). Il conto è facile: 2,25x47x320 = 33.840 persone, ipotizzando una media di 2,25 persone per famiglia!

Abbiamo presentato la domanda per il contributo; siamo in attesa di sapere se i costi per il ripristino stimati dall'ingegnere incaricato saranno confermati. Purtroppo la nostra casa è degli anni 20 con una struttura in muratura. Anche se è in discreto stato, i lavori non saranno rapidissimi, forse 6 mesi. Ipotizzando ottimisticamente di avere una risposta tra 3 mesi, arriveremo a Novembre, quando nostro figlio andrà già all'asilo; a Pescara!

In famiglia siamo in tre: io, mia moglie e nostro figlio di 2 anni e mezzo. Per nostra fortuna abbiamo un lavoro autonomo, io sono ingegnere informatico e mia moglie è avvocato; abbiamo ricominciato con qualche difficoltà a Pescara. Non abbiamo più uno studio, però ci accontentiamo di lavorare nell'appartamento che abbiamo affittato. Non ci lamentiamo, forse siamo tra i fortunati; avvertiamo solo una grande senso di impotenza.
Andrea Di Cesare

Io, single, sono un problema
L'agibilità della mia casa è stata verificata dalla struttura DPC (Dipartimento Protezione Civile) il 20 Aprile 2009 ed ho avuto esito "E", (edificio inagibile). Oggi il mio appartamento è sicuramente peggiorato a fronte delle scosse che si sono ripetute nei mesi successivi, al freddo e alla mancanza di una manutenzione. Circa 20 giorni fa sono iniziate le ricognizioni fotografiche e l'analisi dei danni da parte della ditta incaricata della ristrutturazione. Adesso abito presso il residence "MARECHIARO" a Roseto degli Abruzzi e tutti i giorni faccio avanti e indietro da L'Aquila per andare al lavoro. Dal 1 Febbraio scorso abbiamo anche ripreso a pagare il pedaggio autostradale (Le C. A. S. E. e i M. A. P. non bastano). Il fatto è che, essendo io single, sono un "problema"!!! Queste parole esatte sono state pronunciate dal personale della Protezione Civile sia il 20 Maggio scorso che poco tempo fa. Oltre a subire il sisma del 6 Aprile, secondo loro, io dovrei cambiare anche la mia vita in modo drastico e magari convivere con dei perfetti sconosciuti.

Attualmente, da quanto posso sapere, le uniche iniziative che sono state intraprese sono i rilevamenti fotografici e l'analisi da parte della ditta del tipo di danni subiti dall'edificio. Non credo che siano stati effettuati carotaggi nel terreno adiacente il palazzo né tantomeno carotaggi sui pilastri. Da quanto ho potuto capire si stanno aspettando dei chiarimenti riguardanti i decreti ma soprattutto si ha paura che non ci siano i soldi promessi. Con le lungaggini burocratiche che sembrano prospettarsi potrò tornare a casa non prima di un paio d'anni, ad essere ottimisti.

Come detto sopra sono (purtroppo) solo e questo è gravissimo per la nostra società e soprattutto per la Protezione Civile per la quale noi single siamo "IL" problema. Per quanto riguarda il lavoro, nel mio caso personale, non ho subito ripercussioni a meno della cassa integrazione dal giorno del sisma fino al 20 Aprile circa (ah, anche il Lunedì di Pasqua ero in cassa). Per quanto riguarda la  mia azienda in particolare metà dei dipendenti sono attualmente in cassa integrazione ordinaria a zero ore.
Agostino Sette

Io vivo meglio di prima
La mia casa era nella periferia dell'Aquila, 50 metri quadri e adesso vivo una casa data dal governo di 80 metri quadri con tuti i confort. Se non ci fosse stato il terremoto una casa del genere me la sognavo.  E' stata costruita con i soldi del Trentino Alto Adige.  Personalmente mi auguro non facciano nulla, sto bene dove sto. Nella mia casa non ci voglio tornare. Qui mangio, bevo, dormo gratis.  I tempi stimati dall'ufficio tecnico del comune dell'Aquila per il ripristino della mia vecchia abitazione sono non prima di due anni

In famiglia siamo in 4, io, moglie e due figli. Non abbiamo avuto nessun problema sul lavoro, stiamo continuando a svolgere la vita di sempre e siamo grati a questo governo, a Berlusconi e Bertolaso, a Chiodi, Cialente e tutti quelli che si sono prodigati per aiutarci. Mia moglie è casalinga, io sono un operaio presso la Magneti Marelli di San Salvo.
Vincenzo Basso

Una rovina per la mia vita

La mia casa è classificata E, completamente inagibile. L'avevo trovata dopo molta ricerca a 10 minuti a piedi dal lavoro, per non dover più prendere corriere per recarmi a lavorare. Ora sono ospitata a Rosciolo, frazione di montagna di Magliano dei Marsi, ancora in attesa di assegnazione nel progetto C. A. S. E. Per il ripristino della mia casa non stanno facendo niente. Tutto il condominio è ancora in attesa dei finanziamenti. Sembra che prima di tre anni non potremo rientrare nelle nostre case.

Io sono sola, un cosiddetto nucleo "monofamiliare" ovvero "single", inserita nella lista "in collocazione" e ancora non mi assegnato una casa, non ne hanno fatte abbastanza ed i "single" devono rimanere senza. Le ripercussioni sul lavoro sono gravissime, perché anche il Palazzo di Giustizia è lesionato e la Procura è stata spostata a Bazzano, accanto a tralicci e generatori elettrici e lontanissima. Ormai passo ore su mezzi pubblici, corriere e autobus, ci sono poche coincidenze, non ci sono pensiline alle fermate. Soffro di discopatie e viaggiare sui mezzi pubblici aggrava la situazione della schiena. Se non riuscirò ad avere una casa o un alloggio da cui sia più raggiungibile il lavoro dovrò mettermi in aspettativa non pagata. Tutto questo è una rovina per la mia vita
Marinella Miglio

Tutto pronto, ma i lavori non partono
Noi abitavamo in un appartamento in un piccolo condominio nel quartiere Pettino.
Lo stabile è stato valutato essere in categoria C. I danni non sembrano strutturali.
Ora abitiamo nella frazione di Paganica, in una taverna, in affitto concordato (OPCM 3769) da rinnovare ogni 6 mesi finché la casa resta inagibile. Il mio compagno invece si è trasferito fuori regione per  lavorare.

Abbiamo ottenuto l'approvazione del finanziamento per i lavori di ripristino del nostro appartamento, ma non è ancora possibile cominciare i lavori perché occorre che venga approvata la richiesta che riguarda il condominio (parti comuni). E' tutto pronto, ma non si può partire! Ci hanno detto che, se tutto va bene, potremo tornare a casa verso settembre. Come dicevo, in famiglia siamo in due. Per il mio lavoro, sono passati circa 8 mesi prima di riavere buone condizioni. Mentre il mio compagno aveva un contratto in scadenza e si è poi trasferito fuori regione.
Debora Amadori

Stiamo meglio nelle case del governo
Noi abitavamo vicino al centro, una delle zone più colpite, 60mq. di bilocale modesto e con arredamenti presi circa 8 anni fa.  Adesso siamo in una casa concessa dal governo, è un trilocale di 80mq. dove finalmente i miei 2 figli possono avere una cameretta tutta loro. La casa è molto confortevole e tutto l'arredamento compresi elettrodomestici sono nuovi e di ultima generazione.
Stanno ancora mettendo in sicurezza il palazzo e quelli adiacenti anche se, a parte i ricordi, tutti noi preferiamo la nuova casa. Per rientrarci ci vorrà aalmeno 1 anno ancora... ma visto lo spavento meglio il più tardi possibile.  In famiglia siamo in 4, io moglie e 2 figli di 6 e 11 anni. Nessuna ripercussione: io lavoro a Roma quindi nessun problema, mia moglie è casalinga.
Simone Temporiti

La mia casa aspetta che trovi il coraggio di andare a svuotarla
Sono Raffaella Rosi, non sono nata a L'Aquila, ma a Perugia, però sono diventata aquilana di adozione dal giorno del mio matrimonio con un aquilano, dal lontano 1977. Dopo 33 anni L'Aquila non è mai stata tanto la MIA CITTA', come da quel 6 aprile! Perché? perché i miei figli, ormai giovani uomini, sono nati nel "vecchio Ospedale" San Salvatore, la foto dalla finestra della Maternità che guardava sul Viale, in una mattina di marzo bianca dell'ultima neve, giace sul pavimento della mia ex-sala da pranzo, vomitata dalla credenza che non ha tenuto. Insieme a quella delle mascherine della festa di carnevale della scuola elementare del Convitto, dove hanno studiato entrambi, che adesso non esiste più; il cortile dove scendevano a giocare a calcio è ricolmo di macerie, l'ho visto dalle foto che circolavano su internet! I 4 cantoni, dove li aspettavo all'uscita, sono sbarrati. I portici dove hanno fatto le prime passeggiate con le prime fidanzatine sono fasciati e sotto non ci puoi più passare. Come non piangere la città che sento MIA, NOSTRA, dove ho vissuto e stavo invecchiando?!

Ci chiedete di raccontare la CASA:  sempre la stessa da 33 anni, creata e vissuta con amore, tra amici-vicini di una vita; i nostri figli cresciuti insieme a giocare nelle nostre case, nel piazzale; uno di loro, uno dei tre amici del cuore d'infanzia del mio primogenito, adesso non c'è più, si è addormentato per sempre ad Onna.
Dietro al mio palazzo c'era la casa dei miei genitori, trasferitisi da pensionati nella mia città per invecchiare vicino a figlia e nipoti; da quel 5° piano sono stati tirati giù, a 87 e 89 anni, dal nipote e dal genero, insieme alla badante. La badante è quasi impazzita per lo schok, non era più in grado di accudirli ed è tornata, appena ha potuto, nel suo paese, in Bulgaria. I miei sono stati accolti da parenti generosi in Umbria; ma mio padre, dopo tre giorni di silenzio e di digiuno assoluti, non ha più camminato; la mamma già cardiopatica cronica non ce l'ha fatta ed alla fine di agosto si è spenta. Ora quella casa dietro la mia è un fantasma, con i mobili dei miei bisnonni abbandonati, la vetrina del primo '900 schiantata sul tavolo spezzato, con i cristalli buoni che la mamma ci voleva lasciare in eredità, a pezzi per terra! Il papà, rimasto vedovo e solo è stato accolto in una struttura per anziani in città (a proprie spese) e aspetta solo di raggiungere la sua compagna lassù.

La mia abitazione, catalogata E, aspetta gelida che io trovi il coraggio di andare a svuotarla. Mi è stata assegnata una abitazione del progetto C. A. S. E. alla parte opposta della città. E' stata una benedizione! un posto sicuro e privato, un po' di pace e normalità, dopo 9 mesi di esilio, di 200 km ogni giorno per mio marito e mio figlio che continuavano a lavorare e studiare a l'Aquila, tra pioggia, colpi di sonno, panini... Adesso finalmente qualche cosa da cucinare, qualche letto da rifare, non avrei mai immaginato il piacere di fare questi semplici mestieri, dopo essere stata "ospite" per tanti mesi! E il nostro cane, anche lui terremotato con noi, può correre di nuovo, senza guinzaglio, tra le nostre montagne, la sua vera casa! E vero che in questi giorni siamo assediati dal fango, dagli smottamenti argillosi che ci minacciano, per fortuna ancora un po' lontani, ma queste cose ci sembrano piccoli intralci, dopo tante disavventure!

Il LAVORO: io sono casalinga, devo dire per fortuna, ed ho potuto seguire in questi lunghi mesi i miei anziani; ma mio marito, dopo aver recuperato con i Vigili qualche computer dallo studio distrutto in pieno centro, ha cercato di continuare a lavorare in una capanna fangosa in un terreno di campagna, alzandosi la tutte le mattine alle 5 per stare a L'Aquila alle 8, attraverso strade affollate di camion, pranzo dove capita, e ritorno alle 22, o 23 se va bene!

I figli, stravolti, diventati da spensierati a seri d'improvviso, a fare sudati gli esami a Pineto, le lezioni a Castel di Sangro e poi anche loro a viaggiare ogni giorno, per non lasciare la LORO università, che li aveva risparmiati quel 6 aprile, perché il mostro ha sfondato i lucernari di notte, là dove di giorno, sarebbero stati a mangiare il panino, o a fumare la sigaretta con i loro compagni, nella pausa della lezione! Provo a fare la cosa più difficile, a raccontare anche il FUTURO:
per mio padre, ormai a 90 anni, senza più casa, senza più moglie, non c'è futuro.
Per noi sì. Ci rimane di trovare il tempo e soprattutto il coraggio di vuotare le case; molte cose so che le butterò, perché hanno preso l'odore delle case terremotate, odore di morte, di abbandono, odore del tradimento che abbiamo subito dalle nostre mura in quella notte.

Non so se e quando tornerò là, ma di sicuro il nostro futuro è a L'Aquila, ci è costato troppo starle lontano per tanti mesi, non la lasceremo più, qualunque cosa accadrà, non si abbandona chi sta male peché ci fa pena, lo si consola e lo si sorregge. Più sicuri e più guardinghi, sì, ma sempre qui!
Raffaella Rosi

Senza casa, viaggio. Sono in Argentina
Abitavo in una mansarda in un appartamento a due chilometri dal centro. E'
pressoché la stessa nel senso che non ha ricevuto danni importanti all'interno ma l'edificio ha danni strutturali. Per questo sono impossibilitato a viverci. Vista la mancanza di una casa, adesso sto viaggiando e mi trovo in Argentina. Per il ripristino stanno facendo carotaggi del terreno e qualche riunione a livello condominiale ma fino ad ora niente di più. Sul rientro non mi hanno detto niente. Secondo la credenza popolare passerà almeno un altro anno se siamo fortunati. Io faccio nucleo familiare a parte, la mia famiglia è pressoché nella stessa situazione ed è composta da tre elementi. Nessuna ripercussione lavorativa essendo disoccupato da prima del terremoto.
Angelo Santucci

Siamo distrutti
La mia casa è stata classificata E e così è rimasta, purtroppo è caduto il rivestimento esterno (la cortina) e i tempi di riparazione sono considerati di un anno e mezzo. Per riparare l'abitazione abbiamo chiamato un tecnico e una ditta ma il progetto non è ancora stato presentato e i tempi si stanno allungando anche a causa del troppo lavoro che hanno da fare i tecnici ancora impegnati con le abitazioni B e C.

Adesso abitiamo a Scoppito nel villaggio Sanofi-Aventis che è stato edificato dalla ditta per la quale lavoro.

Per tornare nella mia casa penso che così come stanno andando le cose ossia dopo un anno ancora non partiamo... penso ci vorranno almeno tre anni, se qualcosa cambia speriamo prima.

In famiglia siamo 4 ma mia figlia più grande ora sta lavorando a Milano e non può tornare molto spesso, mia madre abitava in centro a via Sallustio e anche loro hanno perso la casa e tutte le loro cose...50 anni di vita. Siamo distrutti
Maria Grazia Cantalini

Ci vorranno anni
La mia casa è classificata E. Da demolire o da sistemare, ancora non ci è stato detto. Vivo da ottobre in una stanza con mia madre alla Scuola Guardia di Finanza. Da quasi 11 mesi la casa è esattamente com'era dal 6 aprile. Nessun lavoro iniziato. Non si sa quando si potrà tornare, passeranno molti anni.
Siamo io e mia madre (mio padre è tornato fortunatamente nella sua casa).
Letizia S. Franciosi

Un'immensa tragedia, ma non possiamo lamentarci
La nostra casa era in centro, in via Fortebraccio, una delle strade storiche più belle dell'Aquila: è crollata quasi completamente. Nella stessa strada, a un centinaio di metri da casa mia, ho perso mia cugina Giovanna, suo marito Gigi, e i suoi due bambini Francesco e Giorgia (che doveva nascere quel giorno). Dopo 6 mesi nella tendopoli, da ottobre viviamo in un appartamento del progetto C. A. S. E.. Si sta molto bene, la casa è confortevole e dignitosa. Alla luce della immensa tragedia che ci ha colpito, non ci sentiamo di poterci lamentare. In famiglia siamo 6, fortunatamente nessuno ha perso il lavoro.

Per quanto riguarda la nostra vecchia casa, al momento sono in opera ancora i lavori di puntellamento, partiti per nostra iniziativa. Per  il resto è tutto fermo. Aspettiamo il decreto per la zona rossa. Nessuno ci ha detto quando potremo tornare a viverci. La stima di circa 10 anni fatta da Bertolaso quando venne a parlare con i cittadini in tendopoli è abbastanza verosimile.
Raffaella Moretti

La mia bellissima casa da abbattere
La mia casa era bellissima, appena ristrutturata, 220 mq, ci eravamo andati a vivere io, mio marito ed i nostri 3 bimbi il 12/12/2008, tutti i mobili nuovi i bimbi avevano scelto i mobili per le loro camerette. La mia casa ora è da abbattere. Siamo in un alloggio del progetto C. A. S. E. il località S. Antonio 66 mq. (2 camere). La ricostruzione è assolutamente ferma. Non si sa quando potremmo riavere la nostra casa, comunque non prima di 4 anni e quindi sarà sicuramente necessario trovare un'altra sistemazione (pagare quindi un affitto). Sono una Co. Co. Pro. con contratto fino a novembre 2010.
Francesca Orzieri

Unica risposta: "Fate un consorzio"
La nostra casa era appena ristrutturata ed è stata demolita a dicembre. Adesso abitiamo a Tornimparte; abbiamo lasciato Campo di S. Biagio di Tempera ad agosto e fino oggi non abbiamo ricevuto un centesimo. Per le zone rosse non ci sono direttive cosi l'unica risposta che ci danno è: "FATE UN CONSORZIO!". Siamo due persone che vivono da 20 anni Italia (lavorando con onesta) e in questa casa abbiamo tutti nostri risparmi.
Grazia Paradowska

Siamo stati imbrogliati
Avevamo una casa, singola, nel centro storico della frazione di Monticchio, appena ristrutturata, dopo il sisma è stata classificata E, cioè inagibile. Dopo 6 mesi di vagabondaggio, e affitti vari, siamo entrati in albergo il 20 settembre, ora dopo 4 mesi siamo riusciti a farci spostare in un albergo a circa 30 Km da L'Aquila (Rocca di Mezzo). A seguito del censimento di agosto siamo stati imbrogliati e non sappiamo se ci daranno o non ci daranno una sistemazione, per cui, siamo in albergo e non si sa fino a quando. Per il ripristino della nostra casa non succede nulla. Stiamo aspettando che escano gli aggregati per sapere come fare la richiesta e il progetto. Non si sa se e quando inizieranno i lavori. Ovviamente non abbiamo idea di quando potremo tornarci.

In famiglia siamo 2 adulti e due bambini in età scolare. Avendo un lavoro autonomo, (scuola di italiano per stranieri) a causa del sisma, si è ridotto il tutto a due mesi l'anno. Non abbiamo aiuti, non abbiamo sovvenzioni. Nei due mesi che abbiamo lavorato solo la Regione Marche ci ha aiutati. attualmente siamo senza lavoro.
Rosanna Pellegrino

La casa dei nonni
La a prima casa dei miei nonni si trova/va in "via Cesura" nel centro storico. E' una palazzina di 2 piani ora è considerata inagibile livello E. La seconda casa di mia madre si trova/va in "via Tre Marie" centro storico è una palazzina storica dell'Aquila ora è considerata inagibile livello E. Io abito a Roma. Per il ripristino nessuno sta facendo nulla. Né sappiamo quando saranno di nuovo agibili. Non ho avuto ripercussioni sul lavoro.
Riccardo De Cristoforis