L’Aquila: la bara bianca e gli amici in lacrime per l’ultimo saluto a Manuel, morto a 21 anni

Tanta commozione nel salone delle feste della residenza universitaria San Carlo a Coppito per l’addio al giovane Manuel Chiaretti scomparso alcuni giorni fa per un terribile incidente a Sella di Corno
L’AQUILA. La sala è la stessa dove di solito i ragazzi fanno le feste. La stessa che Manuel aveva frequentato a lungo. Questa volta, però, non c’è niente da festeggiare. Al centro della sala c’è una bara bianca e le decine di ragazzi seduti sono gli amici dello studentato di Coppito, il San Carlo Borromeo, costruito subito dopo il sisma. In quella bara c’è il loro amico Manuel Chiaretti, 21 anni, morto in un tragico incidente stradale alcuni giorni fa a Sella di Corno.
Una carambola mortale con altre due automobili, la macchina di Manuel che vola fuori strada, e per il giovane studente universitario del secondo anno di Scienze Motorie non c’è più niente da fare. Don Federico Palmerini ha la voce roca. «Abbiano un tumulto dentro di noi», dice durante l’omelia, «un tumulto fatto di dolore, senso di ingiustizia, angoscia, ma anche gratitudine per quello che abbiamo condiviso con Manuel».
Don Federico prova a spiegare la prospettiva di fede, condivisa da una piccola comunità di ragazzi in cui, al momento della Comunione, tutti si alzano per riceverla. «C’è un’immagine che mi accompagna», racconta don Federico, «è quella del parto prematuro. Nessuno vuole un parto prematuro, non lo vuole la mamma, non lo vogliono i medici. Eppure capita. Ma se un bambino nella pancia della mamma potesse parlare, direbbe che non vuole uscire».
Per lui il mondo esterno non esiste. Il paragone è calzante, la morte è uscire da questo mondo per andare verso una nuova vita. E in quella comunità in cui alle pareti dello studentato si cita Dante Alighieri, «fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza», in cui alle pareti c’è la copia dell’Albero della vita di Klimt, don Federico ricorda che l’unica speranza è «l’amore. Amiamoci gli uni con gli altri, perché quando c’è l’amore la morte non può portarci via niente». Affiora il ricordo di Manuel nel luogo delle feste, la sala «delle sue performance». Tra i presenti qualcuno singhiozza, o forse è un ricordo felice di quell’amico sfortunato che, dentro la bara bianca, viene portato via per andare a Leonessa, la sua terra, dove ci sarà il funerale e riposerà.
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