Latitante preso a Barisciano

Arrestato un siciliano che lavorava nella ricostruzione.

L’AQUILA. Si era nascosto da tre mesi a Barisciano per sfuggire alla cattura dopo una condanna a 12 anni per spaccio: ma sabato notte per Davide Grasso, 43 anni, di Messina, la latitanza è finita dopo un blitz dei carabinieri. Viveva, con una falsa identità, facendo l’autista per una ditta lombarda impegnata nella ricostruzione.
Sabato notte, pertanto, i carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Messina, unitamente ai colleghi del Reparto operativo e della Compagnia dell’Aquila, hanno arrestato il 43enne siciliano. Questi si era reso irreperibile fin dalla fine dello scorso mese di giugno.

L’uomo si era allontanato dalla Sicilia dopo la condanna passata in giudicato, dovendo espiare 12 anni, 6 mesi e dieci giorni di reclusione. Infatti anche per la Corte di Cassazione il siciliano è colpevole di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga nell’ambito di una operazione denominata «Zebra» avviata dai carabinieri di Messina dieci anni fa. Per questa ragione era stato emesso l’ordine di carcerazione da parte della magistratura di Messina dopo il passaggio in giudicato della decisione.

Nel marzo del 2004, inoltre, Davide Grasso, era stato già arrestato dai carabinieri di Riccione con l’accusa di evasione. Attualmente era destinatario (fin dal 2004) della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Messina. Una volta giunto nell’Aquilano, dando false generalità, sia pure vivendo in maniera schiva, faceva vita regolare e pur risultando sposato a Messina aveva preso a frequentare una donna.

A Barisciano, dunque, aveva assunto una nuova identità, servendosi di un documento falso con dati anagrafici di altra persona (cui aveva «rubato» anche il codice fiscale) ma con la sua fotografia. Secondo quanto riferito dai carabinieri aveva anche presentato una richiesta per ottenere la patente ed era in possesso di un foglio rosa. La patente era per lui indispensabile visto che tra le mansioni che aveva oltre quella di manovale c’era anche quella di autista.

Quando i carabinieri hanno bussato alla porta della sua abitazione è rimasto sorpreso ma non ha avuto alcuna reazione. I carabinieri, tra l’altro, avevano circondato l’edificio nel quale abitava.
C’è stata anche una perquisizione al termine della quale è stato trovato in possesso di alcuni timbri del Comune di Messina, uno di un addetto dell’ufficio anagrafe di quel Comune e uno generico.

I carabinieri già da diverse settimane, sulla scorta di alcune informazioni, lo stavano seguendo e sabato notte hanno deciso di fare il blitz.
Quanto alla sua posizione lavorativa si è appreso che era riuscito a farsi assumere da una ditta della Lombardia grazie alle sue false generalità. Si tratta di una impresa che ha in subappalto le realizzazioni di alcune opere di un cantiere con i Moduli abitativi provvisori. Non sono emersi coinvolgimenti dell’impresa, secondo quanto riferito dagli investigatori, nelle attività del siculo, il quale è persona nota alle forze dell’ordine ma non risulta affiliato a clan mafiosi.

Le indagini, comunque, vanno avanti. Infatti si sta cercando di verificare se ci sono state connivenze di persone che in qualche modo lo hanno aiutato nella latitanza nell’Aquilano. I suoi movimenti, comunque, sono stati monitorati e ci sono anche delle intercettazioni telefoniche. Ma i carabinieri di Messina vogliono anche capire se l’accusato sia stato aiutato da qualcuno nel Comune di origine avendo timbri e documenti che mai avrebbero potuto essere in suo possesso.