Liceali dormono sui banchi «Basta lezioni pomeridiane»

La singolare protesta dei ragazzi del Cotugno trasferiti nella sede di Colle Sapone Manifestazione il 10 marzo con docenti e genitori per chiedere una soluzione

L’AQUILA. Ragazzi che ciondolano sui banchi, mentre fuori è già buio. Tazze di caffè sui libri aperti e cenette in cattedra a lume di candela. È partita, a colpi di foto provocatorie su Facebook, la protesta degli studenti del Cotugno, costretti da più di venti giorni a fare lezione di pomeriggio. La parola d’ordine, anche questa volta, è un hashtag: #stanchidamorire, che fa il paio con quello che ha caratterizzato i giorni di protesta contro la permanenza in una scuola, quella di Pettino, con un basso indice di vulnerabilità sismica: #sicuridamorire.

Nel mirino degli studenti le istituzioni, Provincia e Comune in primis, «assenti» sulla questione fin dal trasferimento della scuola a Colle Sapone. E mentre la protesta corre sui social, si sta organizzando la manifestazione, a cui parteciperanno anche gli insegnanti e i genitori, prevista per venerdì 10, quando saranno trascorsi un mese e un giorno dal trasferimento della scuola nella sede dell’Itis. Gli studenti dei licei Classico, Linguistico, delle Scienze umane ed Economico, infatti, da più di 20 giorni sono costretti ad andare a scuola il pomeriggio fino a data da destinarsi: finché non saranno completati gli approfondimenti dei tecnici sui dati raccolti con gli accertamenti dei mesi scorsi nella sede che ha ospitato dal 2009 la scuola, a Pettino, o finché non si troverà una soluzione alternativa.

Il sindaco e il presidente della Provincia, in occasione del trasferimento dei ragazzi, avevano parlato di un mese, ma studenti, insegnanti, personale e genitori temono che i tempi possano allungarsi e chiedono il ritorno alla normalità. Ci hanno provato più volte in questi 20 giorni: l’ultima con una lettera, a cui non hanno ricevuto risposta. È per questo che adesso gli studenti hanno intenzione di alzare la voce. Stanno già organizzando, infatti, una manifestazione proprio per il 10 marzo e intanto hanno aperto una campagna sull’hashtag #stanchidamorire. L’idea è di realizzare flashmob in classe e scattare foto provocatorie durante le lezioni serali per portare ancora una volta i riflettori sulla situazione che vivono quotidianamente.

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