Licenziati in cento tra P&A e Intercompel

8 Novembre 2012

L’altra faccia della medaglia, i rappresentanti dei lavoratori: la politica ci ha abbandonato

L’AQUILA. La doppia faccia della medaglia. Da un lato i 183 lavoratori della Otefal che guardano con più speranza al loro futuro, dall'altro i 100 dipendenti della Intercompel e della P&A Service che vedono solo buio.

La notizia era nell'aria. Ma la conferma, impietosa, è arrivata martedì sera, durante il tavolo convocato in Provincia. Le due aziende elettroniche chiudono. E senza prospettive, al momento, per ricollocare il personale. Il gruppo Compel lascia definitivamente il territorio aquilano, dopo aver chiuso la Cn-System e aver ceduto alla Intecs il laboratorio di ricerca Technolabs. I lavoratori delle due fabbriche di Bazzano sono tutti giovani, età media 34 anni, e per la maggior parte donne. C’erano anche loro, durante la riunione, insieme a sindacati e Rsu. Con tutta la disperazione di ritrovarsi senza lavoro, in una città terremotata. La Compel parla di mancanza di commesse e problemi di liquidità. Poche parole, per mettere fine a due attività produttive e mandare a casa 100 persone. La Intercompel è già in liquidazione, la P&A lo sarà nei prossimi mesi. Non ci sarà nemmeno la possibilità di ricorrere al secondo anno di cassa integrazione. E delle imprese interessate a rilevare un ramo d'azienda, e uno sparuto gruppo di dipendenti, non c'è più traccia. I sindacati hanno chiesto tutele almeno sul fronte degli ammortizzatori sociali. In caso contrario, Fim, Fiom e Uilm sono pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie. Ma l'amarezza è tanta. «Il gruppo Compel», dicono i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, «voleva abbandonare L'Aquila e alla fine lo ha fatto. Dicono che non ci sono più commesse e che hanno anche problemi di liquidità. Ma intanto gli stabilimenti di Milano e Firenze restano aperti, qui si chiude. E siamo all'ennesimo bollettino di guerra: 67 lavoratori Intercompel e 33 P&A Service saranno licenziati. E andranno ad aggiungersi alla lunga fila di disoccupati aquilani». I dipendenti Compel sono stati protagonisti di una caparbia mobilitazione, a partire dal dopo-sisma. L'ultima protesta, eclatante, il 17 settembre, durante la presentazione nel tendone di piazza Duomo del bilancio comunale. Hanno anche minacciato di lasciare la città, vista «l'indifferenza delle istituzioni nei riguardi di questa vertenza». Ed è arrivato l'epilogo: «Dobbiamo ringraziare la politica locale», conclude amareggiato Feliciano Durastante delle Rsu, «che si è dimostrata completamente miope di fronte a un problema così grave. Cento famiglie, abbandonate al loro destino, sono ora in mezzo alla strada: qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità». (r.s.)

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