Macerie, ci pensa Bertolaso

19 Gennaio 2010

Per i siti il Comune chiede aiuto alla Protezione civile.

L’AQUILA. Macerie, la palla torna a Bertolaso. Il battibecco in diretta tv da Vespa nel «Porta a Porta» di Natale da Piazza Palazzo, da un lato Cialente, dall’altro il capo della Protezione civile, deve aver lasciato il segno. Tanto che la frase «Noi di discariche abbiamo una qualche competenza», pronunciata dal commissario dell’emergenza aquilana, ha avuto un seguito anche nei tavoli ufficiali dove si affronta, almeno ogni quindici giorni, il «problema dei problemi». Il Comune dell’Aquila, supportato nella richiesta anche dall’Anci, l’associazione nazionale che raggruppa i Comuni italiani e con il benestare della Regione, ha chiesto alla Protezione civile di allestire, prima di lasciare la città nelle mani del commissario Gianni Chiodi e del vice Massimo Cialente, i due siti di Bazzano e di Barisciano dove dovranno essere trattate le macerie.

Siti che ancora non sono entrati in funzione, dopo 9 mesi dal terremoto, visto che attualmente è attiva solo l’ex cava Teges di località Pontignone, per la quale è stata concessa una proroga fino a tutto il 2010. I siti finora individuati sono sette, tre pubblici (Paganica ex Teges, Bazzano zona industriale e Barisciano Forfona) e quattro privati (Roio Piano, Barisciano San Lorenzo, Barisciano Forfona e Isola del Gran Sasso). La Regione ha indicato da tempo i siti, ma l’allestimento ha subìto numerosi intoppi tanto che, alla fine, è stata di nuovo chiamata in causa la Protezione civile che può operare con procedure accelerate.

I Comuni, ottenuto l’allestimento, dovranno procedere alle gare per affidare la gestione. Un meccanismo che ancora non è stato attivato, visto che la rimozione tocca ancora ai vigili del fuoco e all’esercito. Attualmente, nel sito di deposito temporaneo, vengono portate, in media, 500 tonnellate al giorno per la lavorazione a mano da parte di trenta operai dell’Asm.

IL PRIMO APPALTO. Intanto un’associazione temporanea d’imprese di cui fanno parte le ditte Tekneko (capofila) e Celi calcestruzzi (associata) di Massa d’Albe si è aggiudicato il primo appalto del Comune per la rimozione di una prima quantità di macerie, pari a 15mila tonnellate sui 3 milioni di metri cubi complessivi stimati. Erano state presentate due offerte. La prima tranche dell’operazione è costata intorno ai 200mila euro. La gara è stata aggiudicata ma i lavori, di fatto, non sono stati ancora consegnati. Nell’appalto il Comune ha indicato anche alcuni dei siti dove è più urgente procedere con la rimozione delle macerie.

Si tratta, in particolare, dell’area di piazza d’Armi; del deposito Centi di Bagno; di Santa Barbara; dell’area industriale di Pile; di via San Giuliano, dove, oltre ai crolli, sono state effettuate anche delle demolizioni; di Tempera e di Sant’Elia. È in via di definizione anche il secondo appalto per la rimozione delle macerie dai siti e per il conferimento all’ex Teges, da dove, finora, sono uscite appena 10mila tonnellate di inerti, cioè di materiale lavorato e utilizzabile per i sottofondi stradali.