Macerie, consulenti da 6mila euro al mese

Assunzioni nel mirino. Cialente: ruolo dei sindaci sminuito. L'Asm: noi senza strumenti

L'AQUILA. Sarà per i 6mila euro al mese del soggetto attuatore, supercommissario dei commissari. Oppure per i 5mila dei cinque suoi superconsulenti. O forse per il comitato d'indirizzo con dentro 100 persone che, almeno, non prenderanno soldi. Macerie, l'ordinanza che divide. STIPENDI. Oltre al nuovo soggetto attuatore, nominato dal commissario Gianni Chiodi (in ballottaggio i dirigenti dei vigili del fuoco Sergio Basti e Giuseppe Romano), l'ordinanza prevede una nuova ondata di consulenti che già provoca più di un malumore.

Cinque i soggetti che collaboreranno col soggetto attuatore. Si tratta di tecnici e funzionari che costeranno 300mila euro l'anno. Il compenso annuo del soggetto attuatore è di 72mila euro. Stanziati 20 milioni per attuare la rimozione e selezione e altri 7 per «l'impiego annuo del personale e dei mezzi e attrezzature dei vigili del fuoco nonché per l'acquisto dei previsti automezzi». L'articolo 3 prevede anche che il commissario «provvede affinché le spese relative allo smaltimento delle macerie-rifiuti siano escluse dalle voci dei capitolati progettuali delle ristrutturazioni immobiliari ammissibili a finanziamento pubblico».

CIALENTE. Per Massimo Cialente «nell'ordinanza il ruolo dei sindaci è ancora marginale. Va bene prevedere la figura di un soggetto attuatore, ma non è ben chiaro il ruolo nostro, degli amministratori. Prendiamo l'esempio delle frazioni. C'è la protesta di Tempera per la mancata rimozione. Poi si aggiunge San Gregorio. Sono i sindaci a dover decidere dove si devono raccogliere le macerie. In molti casi la rimozione è propedeutica alla ricostruzione. Per Onna e Tempera ci sono i piani pronti. Adesso bisogna intervenire lì per togliere le macerie. Nella stesura dell'ordinanza non sono state accolte tutte le istanze. Qualcosa andrà aggiustato. Non si è risolta la questione dell'Asm che pure avrà un ruolo importante. Quanto ai tecnici consulenti della struttura comunale ci avvarremo di figure professionali che hanno già avuto esperienze di ricostruzione».

L'ASM NON CI STA. Il presidente dell'Asm (Aquilana società multiservizi) Luigi Fabiani esprime forti critiche all'ordinanza 3923. «L'Asm, che avrà un ruolo fondamentale in tutti i paesi, ha chiesto soltanto di poter operare con strumenti tecnici adeguati. Non mi sembra che ci siano stati concessi. Manca la deroga al patto di stabilità. Come facciamo ad assumere le persone, anche a tempo determinato, che sono necessarie per la rimozione se dobbiamo stare nei limiti del patto? Abbiamo chiesto anche noi di poter avere gare veloci per mezzi e attrezzature. Per il trituratore dell'ex Teges aspetteremo un anno. Non ci viene consentito neppure di fare i noleggi. L'azienda avrà un'operatività assai limitata. I tempi non saranno così rapidi come si vuole far credere. A maggio i vigili del fuoco avranno 7 camion in più per il trasporto e l'Asm non ha gli operai da prendere se non tramite agenzia interinale, con costi maggiori. I sindaci, sì, stanno nel comitato d'indirizzo, un parlamento. Alla fine il soggetto attuatore sarà un plenipotenziario. L'ennesimo commissario».

BIONDI DICE SÌ. Per il sindaco di Villa Sant'Angelo Pierluigi Biondi «il riconoscimento del fatto che pietre locali e metalli lavorati non siano rifiuti è un aspetto molto importante, sul piano filosofico e pratico. Noi piccoli Comuni, in una lettera a Chiodi, Fontana e Gabrielli, segnalammo questi aspetti, ora interamente accolti nell'ordinanza. La previsione di reimpiego nella ricostruzione di materiali che, nel caso del mio paese, rappresentano l'80% del quantitativo da rimuovere, permetterà risparmi sui costi di trasporto e smaltimento e semplificazione delle procedure».

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