Macerie, senza la Stati i poteri concentrati nelle mani di Fontana

L'AQUILA. Aveva difeso strenuamente il lavoro del suo assessorato, lodando anche l'intervento del ministro Stefania Prestigiacomo. Ora che la palla delle macerie è tornata a rimbalzare sul tavolo regionale, la poltrona vuota dell'ex assessore Daniela Stati sarà occupata dai dirigenti del settore Ambiente che già prima, a dire il vero, avevano in mano il pallino per cercare di trovare una soluzione al «problema dei problemi». Con la Stati fuori dai giochi, tuttavia, sono destinati ad aumentare i poteri in materia di macerie già in capo a Gaetano Fontana, responsabile della struttura di missione.  

IL MINISTERO.
Dopo il tentativo, naufragato, di spostare a Roma il problema della rimozione di 4,5 milioni di tonnellate di materiali derivanti da crolli e demolizioni, l'affare-macerie è gestito tutto in Abruzzo. Sedici mesi dopo il terremoto, nonostante le rassicurazioni e le promesse, è in funzione un solo sito per il trattamento delle macerie, quello dell'ex Teges che sta scoppiando.

IMPIANTO SATURO. Il sito di Paganica, l'unico che sta ricevendo le macerie dal terremoto a oggi, è ai limiti della saturazione. Si pone, pertanto, in maniera pressante il problema dello svuotamento. Di questo si è parlato nel corso dell'ultimo vertice in materia di macerie, al quale non ha partecipato la Stati. Era il giorno dopo la bufera giudiziaria che ha investito la sua famiglia. I tecnici hanno individuato una serie di impianti tra cui, come priorità, è stato indicato quello del Cogesa di Sulmona, dove conferire le macerie già trattate. La rimozione in tempi rapidi del «sovvallo», cioè del materiale inerte, è indispensabile se non si vuole bloccare la filiera, come avvenuto quando i vigili del fuoco, a causa della riduzione di personale, hanno rallentato la rimozione. Per trasferire gli inerti a Sulmona non si esclude il ricorso a un provvedimento d'urgenza. 

NESSUN LAVORO. Nulla si è mosso, all'ex Teges, dei lavori concordati in sede ministeriale per accelerare le procedure, migliorare la viabilità d'accesso e dotare l'impianto di sistemi alternativi di trasporto tipo teleferica. Il progetto dei tecnici romani non è più arrivato. Anzi, i rappresentanti del ministero non hanno partecipato alle ultime riunioni del «tavolo» abruzzese.

BARISCIANO. Intanto il consiglio comunale di Barisciano ha dato il via libera all'impianto di località Forfona, uno dei siti individuati, ormai da mesi, per la lavorazione delle macerie ma mai entrato in funzione. L'amministrazione ha deliberato di aderire all'intesa con Regione, Provincia e Comune dell'Aquila per la realizzazione di un impianto a servizio dei Comuni del cratere. L'area interessata è quella della vecchia discarica, che verrà ampliata. Il passaggio successivo è l'approvazione dell'intesa da parte degli altri enti, quindi occorrerà conferire l'incarico per la progettazione e avviare le gare d'appalto per la gestione. L'ipotesi è quella di coinvolgere, nella gestione, anche gli altri Comuni che potrebbero formare un consorzio. Tecnici dell'Anas hanno già effettuato un sopralluogo per studiare il nodo della viabilità nella zona.  

VIGILI DEL FUOCO.
I vigili del fuoco non hanno ancora in dotazione i mezzi previsti da un provvedimento del commissario Chiodi. Numericamente la pattuglia degli uomini che si dedicano ai puntellamenti e alle macerie si è ristretta. Dunque il lavoro procede con mezzi molto ridotti. Una linea di attività è stata avviata a Bagno. Rimozioni in corso anche a Onna. L'Asm e i vigili del fuoco hanno ricevuto l'incarico di liberare il sito di crollo della vecchia scuola di Arischia dove deve sorgere una struttura della Caritas. Quanto alle forze in campo l'Asm ha destinato 13 operai del Centro turistico alla rimozione delle macerie.  

QUANTE SONO?
Una mappatura sulla quantità di macerie da rimuovere è stata affidata a tecnici del Cnr e dei vigili del fuoco. Nei prossimi giorni la stima verrà consegnata a Fontana. A quel punto sarà possibile effettuare un cronoprogramma di rimozioni, tenendo conto del consistente numero di demolizioni specialmente nelle frazioni. Probabilmente, vista la consistenza dei numeri e l'inadeguatezza dei siti individuati, verrà ripescata anche la soluzione di Pizzoli, la cui amministrazione comunale aveva messo a disposizione alcuni siti.

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