Maestro arrestato, nel suo telefono foto di una 13enne marsicana nuda

L’uomo di 50 anni fingeva di essere un coetaneo utilizzando uno speciale software per ringiovanire il volto L’allarme dei genitori. È accusato di adescamento di minori e detenzione di materiale pedopornografico
AVEZZANO. È stato un filmato trovato nel cellulare del maestro arrestato a condurre l’operazione della polizia postale contro la pedopornografia alla ragazzina marsicana, 13 anni. L’adolescente era infatti finita nella trappola dell’insegnante che, spacciandosi per un coetaneo, grazie a un software che lo ringiovaniva in video, l’aveva convinta a spogliarsi davanti alla webcam. Questo aveva permesso al maestro elementare, di registrare delle videochiamate a sfondo sessuale. L’insegnante è stato arrestato a Roma dalla polizia per adescamento di minori, pornografia minorile e detenzione di ingente materiale pedopornografico. Mentre la ragazzina di Avezzano è uscita dall’incubo in cui era finita. L’operazione è scattata dopo la denuncia presentata dalla madre di una minorenne vittima di adescamento. È stata avviata una complessa attività investigativa che ha consentito di individuare l’autore del reato, un insegnante piemontese di 50 anni. Le ricerche dell’indagato sono risultate difficoltose in quanto l’uomo è risultato per mesi irrintracciabile. Individuato a Roma, è stato sottoposto a perquisizione domiciliare e informatica, al termine della quale gli è stato sequestrato uno smartphone all’interno del quale erano presenti 144 tra immagini e video a carattere pedopornografico. L’analisi del dispositivo ha consentito di trovare il materiale che faceva riferimento alla ragazzina marsicana e di ricostruire ulteriori tecniche di adescamento usate nei confronti di altre giovanissime con le quali l’uomo intratteneva videochiamate a sfondo sessuale. L’indagato avrebbe registrato le videochiamate con le minori, al fine di conservare le clip video, spacciandosi per un giovane grazie all’utilizzo del software denominato “deepfake”. Il gip di Brescia ha disposto la custodia cautelare a carico dell’insegnante, che è stato trasferito in carcere. Le indagini, condotte dalla polizia postale di Brescia, con il supporto del Cncpo del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, ha impegnato anche i compartimenti della polizia delle comunicazioni di Lombardia, Calabria e Lazio, con il coordinamento delle procure della Repubblica di Brescia e di Reggio Calabria.
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