Micron, cassa integrazione meno pesante

Riguarderà solo il 20 per cento delle ore lavorate, interessati i dipendenti di clean room

AVEZZANO. Cassa integrazione dal 14 novembre, ma non per tutti i lavoratori della Micron. La misura riguarderà il 20 per cento delle ore lavorate e saranno interessati prevalentemente i dipendenti di clean room. È l'esito dell'incontro tra i vertici Micron e le parti sociali di ieri nella sede di Sviluppo Italia ad Avezzano. Contrariamente a quanto annunciato gli ammortizzatori sociali non saranno a zero ore. Allo scetticismo delle parti sociali sul futuro dell'azienda si contrappone l'auspicio dell'azienda che la crisi non si protragga al di là dei tempi stimati.

L'annuncio buio sulla cassa ordinaria dato la scorsa settimana da Confindustria è stato stemperato dai dati forniti ieri dall'azienda alle parti sociali e alle Rsu. Non sarà a zero ore la cassa, infatti e neanche saranno mille e 300 i dipendenti interessati. Numeri che farebbero sperare se non fosse per la tendenza dei mercati, dai quali sembrano non arrivare segnali positivi, e per lo scetticismo dei sindacati i quali temono nuovi cicli di ammortizzatori sociali anche nel 2012.

«La speranza è che questa crisi, come le precedenti, non si protragga al di là dei tempi che possiamo stimare oggi», ha dichiarato Fabrizio Famà, direttore degli Affari generali di Micron Italia, che ha partecipato al tavolo insieme al direttore di Confindustria L'Aquila, Antonio Cappelli, ad Alessandro Albertini, responsabile del personale Micron, e Gianluca Togna, responsabile della comunicazione, «intendiamo preservare gli sforzi sui progetti strategici e in particolare l'impegno dei gruppi dell'ingegneria di processo, di prodotto e di ricerca e sviluppo. Ci attendiamo una forte pressione da parte della concorrenza di fronte alla quale dobbiamo reagire in primo luogo con un'organizzazione del lavoro competitiva».

A portare l'azienda leader per la produzione di semiconduttori dei sensori Cmos a ricorrere alla cassa integrazione è stato un forte calo di commesse, pari al 40 per cento della produzione, legato alla crisi economica mondiale che ha interessato tutti i settori. Per questo i sindacati non si preoccupano tanto della richiesta degli ammortizzatori sociali, quanto del futuro del sito industriale più grande della Provincia. «Seppur l'incontro ha lasciato ben sperare visto che saranno interessati dalla cassa integrazione solo 500-600 dipendenti», ha sottolineato il segretario provinciale della Uilm-Uil, Michele Paliani, «siamo preoccupati perché non si parla di investimenti ma si prospetta un'ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali che rendono il futuro troppo incerto». La Micron, già in passato, a causa del calo della produzione era ricorsa alla cassa integrazione, revocandola a volte all'ultimo momento, come nel dicembre 2010, per l'arrivo di nuove commesse.

«Gli ammortizzatori sociali per combattere la crisi sono l'antidoto usato attualmente da tutte le aziende», ha affermato il segretario provinciale della Fim-Cisl, Antonello Tangredi, «il nocciolo della questione rimangono però gli investimenti che dovrebbero arrivare dalla casa madre per rilanciare definitivamente il sito industriale marsicano. Riferiremo ai lavoratori».

Prossima tappa della vicenda Micron sarà l'incontro previsto per il 7 novembre tra l'azienda e i sindacati.

La Micron e i sindacati hanno concordato di continuare a discutere i dettagli della cassa in una riunione fissata per il 7 novembre nella quale non è escluso venga affrontato anche il contratto delle 12 ore. «Abbiamo chiesto all'azienda che si andasse avanti con la piattaforma integrativa», ha evidenziato il segretario provinciale di Fiom-Cigl, Alfredo Fegatelli, «dal momento che la cassa integrazione da quanto abbiamo percepito non sarà solo di 13 giorni. Speriamo che nella prossima riunione si faccia luce su alcuni punti non ancora molto chiari». Oggi alle 15 le parti, convocate dall'assessore Francesco Paciotti, si incontreranno nella sede della Provincia di via XX Settembre.

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