Micron, salvataggio con la multinazionale del governo italiano
Piccone: coinvolgere STMicroelectronics per evitare esuberi E la Regione convoca un incontro con l’azienda marsicana
AVEZZANO. Un’operazione di salvataggio per la Micron e i lavoratori a rischio licenziamento, attraverso il coinvolgimento del ministero dell’Economia e della partecipata STMicroelectronis. La proposta al governo viene dal senatore Filippo Piccone (Pdl) alla luce dei settecento esuberi annunciati dalla multinazionale americana. «La questione Micron» avverte Piccone «deve avere una priorità nell’agenda nazionale del governo, il quale deve intraprendere rapide azioni volte a garantire, oltre al livello occupazionale, anche un programma di salvaguardia del sito produttivo di Avezzano. L’annuncio di 700 esuberi fatto dall’azienda ha creato non poche preoccupazioni sul territorio abruzzese. Il ministro delle Attività produttive, insieme al ministro dell’Economia, hanno i mezzi per affrontare la questione. Non è da escludere» aggiunge il senatore Pdl «il coinvolgimento del ministero dell’Economia quale azionista della STMicroelectronics che rappresenta uno dei più grandi produttori mondiali, presente in Italia, di componenti elettronici, usati soprattutto nell'elettronica di consumo, e nel settore cosiddetto industriale, come i sensori di movimento presenti nei tablet. La produzione della STMicroelectronics è compatibile con quella della Micron».
La STMicroelectronics è un’azienda italo-francese con sede a Ginevra, in Svizzera. Nel 2010 ha avuto un utile netto di 830 milioni di dollari. Il 50% delle quote è del governo italiano.
Continua il lavoro anche sul fronte sindacale. Nel pomeriggio di ieri c’è stato un lungo incontro sulla vertenza Micron fra i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Failms della provincia dell’Aquila e la Rsu presente nello stabilimento Micron. «Riteniamo prioritario che il governo assuma decisioni di politiche industriali atte a sostenere il settore dei semiconduttori in Italia» evidenziano i sindacati «partendo dalla vertenza della multinazionale americana nel sito abruzzese, vera realtà di eccellenza del settore anche grazie agli ingenti investimenti sul capitale umano fatti in passato. Rispetto al percorso di ristrutturazione che Micron ha prospettato si evince come tale piano riguardi, in realtà, tutti i 1.624 dipendenti dello stabilimento avezzanese e non le sole 700 unità annunciate, pertanto la posizione aziendale va respinta con forza».
I sindacati presenteranno sei proposte al governo (vedi tabella in alto) e a giorni inizieranno un percorso di confronto con le istituzioni ai vari livelli «allo scopo di mobilitare l’intera comunità regionale». Da lunedì, inoltre, dovrebbero iniziare le assemblee con i lavoratori Micron «per confrontarsi sulle proposte sindacali e per condividere i futuri percorsi di mobilitazione».
Alfredo Fegatelli, segretario provinciale della Fiom-Cgil, torna a criticare la Regione, assente al vertice di Roma. «A poco serve trovare delle giustificazioni mediatiche» dichiara Fegatelli «ad oggi non abbiamo contezza né di proposte né d’iniziative intraprese da Chiodi».
Ieri la Regione ha convocato i vertici della Micron di Avezzano a un incontro: si terrà giovedì 6 dicembre.
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