La piazza di Carapelle Calvisio

CORONAVIRUS

Migranti a Carapelle Calvisio? La Caritas smentisce: la politica verifichi prima di parlare

Il direttore ricostruisce l'iniziativa partita dalla Regione, ma aggiunge: "Solo se la struttura venisse requisita dalle istituzioni". E il sindaco: "Non ci sono le condizioni, sarebbe una follia"

L'AQUILA. A don Marco Pagniello, direttore della Caritas di Pescara, non risulta che la struttura di proprietà della parrocchia "Sacro cuore" di Pescara a Carapelle Calvisio (Aq) sarà destinata ai migranti, «a meno che non venga requisita». E non risponde alle polemiche della Lega, anzi invita i politici a «verificare, prima di rilasciare determinate dichiarazioni».

Don Marco spiega che «nei primi giorni dell’emergenza la Regione aveva chiesto la disponibilità di spazi da mettere a disposizione proprio per l’emergenza Covid, e noi abbiamo segnalato quelle di cui abbiamo disponibilità, fra le quali quella di Carapelle, una casa per i campi estivi dei ragazzi, che non arriva a 100 posti letto. Ma di lì a dire che la dobbiamo aprire ai migranti ce ne passa», fa notare don Marco. «Noi non possiamo usare la struttura per l’accoglienza ordinaria dei migranti, per i quali decide la prefettura, per di più quella dell’Aquila e non quella di Pescara con cui lavoriamo». Se poi dovesse arrivare l’indicazione delle istituzioni di aprire l’edificio ai migranti, la Caritas non si tirerebbe certo indietro, ma solo «se la comunità locale, il sindaco, la Prefettura e la Caritas dell’Aquila sono d’accordo. Noi siamo per l’accoglienza, ma ci dev’essere la condivisione della comunità».

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E dalla comunità locale arriva la risposta per bocca del sindaco Domenico Di Cesare (centrodestra): «È follia pensare di trasferire fino a cento migranti da sottoporre in quarantena in un paese di 80 abitanti, tra cui molti anziani, con il centro storico ancora distrutto dopo il terremoto dell'Aquila del 2009 e dove c'è un solo dipendente part time in convenzione con il Comune dell'Aquila».

Il sindaco dovrebbe incontrare i vertici della Lega che è insorta contro questa ipotesi: in particolare, il vice segretario, Andrea Crippa, e il coordinatore regionale, il deputato aquilano Luigi D'Eramo. Intanto ha scritto al presidente della Regione, Marco Marsilio (FdI), alla Asl dell'Aquila, all'assessore regionale al Sociale, Piero Fioretti (Lega), dopo aver saputo «della richiesta della Prefettura che ha come oggetto il reperimento di strutture da adibire all'accoglienza dei migranti per la sorveglianza sanitaria e che chiede alla Regione di verificare l'idoneità sotto l'aspetto sanitario a garantire le previste misure di sicurezza». «Come responsabile della salute dei miei concittadini ho spiegato alla Regione che il Comune non è a conoscenza della volontà di trasferire migranti, e ho chiesto spiegazioni sottolineando che non abbiamo una situazione adeguata per la sorveglianza sanitaria». E aggiunge: «Se mi avessero chiesto avrei detto che non ho neppure un vigile urbano e nella struttura non c'è neppure una recinzione per contenere i migranti che potrebbero finire nel centro storico danneggiato e quindi pericoloso».