Nasce il tempio delle cremazioni e il paese si divide

San Demetrio, progetto di 2,4 milioni per iniziativa di privati Il Comune autorizza, l’opposizione convoca un’assemblea

SAN DEMETRIO NE’ VESTINI. La cremazione del corpo al posto della canonica sepoltura. Anche in Abruzzo si potrà fare, a un costo modico – meno delle spese di tumulazione – e senza varcare i confini regionali. La novità arriva da San Demetrio ne’ Vestini, popoloso comune della Valle Subequana, dove l’amministrazione ha approvato una delibera che autorizza la realizzazione di un “tempio crematorio”, ovvero un forno per la riduzione in cenere dei corpi dei defunti. La struttura, prevista nel progetto di ampliamento del cimitero monumentale del paese, sarà pronta entro un paio d’anni grazie a un project financing proposto da un’associazione temporanea di imprese (Ati), formata da Altair ed Edilver. L’investimento complessivo ammonta a 2 milioni 342mila euro. Su ogni corpo cremato, il Comune vestino incasserà una tassa di 50 euro.

Ma l’iniziativa ha già diviso la popolazione locale: l’opposizione in consiglio comunale ha programmato per domenica una riunione alla sala Aurora per i dettagli del progetto. Si teme per la salute pubblica e per il rischio di inquinamento provocato dai fumi. Tuttavia, il sindaco di San Demetrio Silvano Cappelli rassicura: «L’impianto, il primo del genere in Abruzzo, non avrà alcun effetto impattante sull’ambiente, né sulle persone», dice. «Esistono norme precise che regolano il corretto funzionamento di queste strutture: il forno, se monitorato e controllato, non porterà alcun problema. Al contrario, si tratta di un servizio che il nostro Comune offre a tutti i centri limitrofi, L’Aquila compresa». Un’opportunità per il territorio, la definisce Cappelli, non un disvalore. «Rimango sconcertato dalle proteste», afferma. «In qualità di sindaco sono il primo ad avere a cuore la salute dei miei concittadini e la salubrità dell’aria che respiriamo». Il forno sorgerà all’interno dell’area di ampliamento del cimitero che, al momento, risulta saturo e non più in grado di ospitare sepolture. Oltre ai loculi e alle tombe a terra, si procederà alla realizzazione di un tempio per la cremazione. L’impianto verrà gestito dalle società Altair ed Edilner, tramite project financing. L’incidenza delle cremazioni, al momento, è ancora bassa: in Italia oscilla tra lo 0,1% e lo 0,8%. «Una percentuale destinata a crescere», fa notare Cappelli, «anche in relazione alle necessità dovute alla mancanza di spazi adeguati per le sepolture e ai diversi orientamenti culturali che si fanno strada tra le nuove generazioni». Interpellato dal Centro, il viceparroco padre Daniele Merighi non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda.

La Congregazione per la Dottrina della fede, guidata dal cardinale Gerhard Muller, ha emanato una sorta di “legge quadro” per la cremazione, che la Chiesa permette da quasi mezzo secolo, pur preferendo la sepoltura «quale maggior stima verso i defunti». Pochi e semplici le regole da rispettare per chi sceglie la cremazione, che deve essere effettuata sempre dopo il funerale: le ceneri non possono essere disperse nell’ambiente. Non possono essere divise tra parenti, né conservate in casa. Devono essere custodite in un luogo sacro, una chiesa o un cimitero.

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