Otefal, c'è l'impegno per il rilancio

Procede, intanto, la trattativa con nuovi partner interessati alla fabbrica
L'AQUILA. Un impegno bipartisan, sostenuto dal governo, per accompagnare la Otefal verso il percorso di rilancio. Azienda e sindacati escono soddisfatti dal tavolo ministeriale, al quale erano presenti i parlamentari Giovanni Lolli e Paola Pelino.
Il passaggio al ministero dello Sviluppo economico ha preceduto la richiesta di concordato preventivo in continuità produttiva che l'azienda presenterà al tribunale dell'Aquila la prossima settimana. Nel frattempo, vanno avanti le trattative con nuovi partner interessati alla fabbrica di Bazzano, che produce laminati e dà lavoro a 230 persone. Con il sostegno del governo e dei parlamentari abruzzesi, si guarda al futuro con più ottimismo.
La procedura di concordato preventivo è lo strumento individuato per arginare la pesante situazione debitoria e riportare il sito aquilano in acque tranquille. Al tavolo romano che si è svolto ieri presieduto dal funzionario del ministero Felice Di Leo, hanno partecipato l'amministratore delegato della Otefal Luigi Pezzoli, il consulente dell'azienda Sergio Colombini, il vice presidente di Confindustria Carlo Imperatore, i parlamentari Giovanni Lolli del Pd e Paola Pelino del Pdl, i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm e le Rsu.
«Un incontro positivo», commenta Sergio Colombini, consulente dello studio che assiste la Otefal, «che ci mette nelle condizioni di predisporre un percorso di rilancio dell'azienda. Speriamo che con l'intervento del ministero, dei parlamentari locali e della società Invitalia, la procedura di concordato preventivo in continuità possa essere approvata in tempi brevi. Va avanti, intanto, la trattativa con il gruppo arabo e ci sono anche altre manifestazioni di interesse».
I sindacati ritengono fondamentale il supporto delle istituzioni: «Con il ministero», dicono «si sono affrontati ragionamenti per avviare contatti con produttori di energia e col sistema bancario. Si è istituito un tavolo a valle della presentazione del concordato preventivo. Tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità di salvaguardare l'attività industriale e la totalità dell'occupazione, in un territorio già devastato dal sisma, con seri problemi occupazionali e dove sono totalmente assenti interventi atti a sostenere l'economia».
Il passaggio al ministero dello Sviluppo economico ha preceduto la richiesta di concordato preventivo in continuità produttiva che l'azienda presenterà al tribunale dell'Aquila la prossima settimana. Nel frattempo, vanno avanti le trattative con nuovi partner interessati alla fabbrica di Bazzano, che produce laminati e dà lavoro a 230 persone. Con il sostegno del governo e dei parlamentari abruzzesi, si guarda al futuro con più ottimismo.
La procedura di concordato preventivo è lo strumento individuato per arginare la pesante situazione debitoria e riportare il sito aquilano in acque tranquille. Al tavolo romano che si è svolto ieri presieduto dal funzionario del ministero Felice Di Leo, hanno partecipato l'amministratore delegato della Otefal Luigi Pezzoli, il consulente dell'azienda Sergio Colombini, il vice presidente di Confindustria Carlo Imperatore, i parlamentari Giovanni Lolli del Pd e Paola Pelino del Pdl, i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm e le Rsu.
«Un incontro positivo», commenta Sergio Colombini, consulente dello studio che assiste la Otefal, «che ci mette nelle condizioni di predisporre un percorso di rilancio dell'azienda. Speriamo che con l'intervento del ministero, dei parlamentari locali e della società Invitalia, la procedura di concordato preventivo in continuità possa essere approvata in tempi brevi. Va avanti, intanto, la trattativa con il gruppo arabo e ci sono anche altre manifestazioni di interesse».
I sindacati ritengono fondamentale il supporto delle istituzioni: «Con il ministero», dicono «si sono affrontati ragionamenti per avviare contatti con produttori di energia e col sistema bancario. Si è istituito un tavolo a valle della presentazione del concordato preventivo. Tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità di salvaguardare l'attività industriale e la totalità dell'occupazione, in un territorio già devastato dal sisma, con seri problemi occupazionali e dove sono totalmente assenti interventi atti a sostenere l'economia».
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