Palestinese a processo all’Aquila con l’accusa di terrorismo entra in sciopero della fame: “Violazione dei diritti”

Iniziativa in solidarietà con le mobilitazioni italiane per la Palestina e "per denunciare la violazione dei propri diritti". Lo riporta una nota del Comitato Free Anan. Di recente è stato trasferito dal carcere di Terni a quelli di Melfi
L’AQUILA. Anan Yaeesh, palestinese a processo all'Aquila con l'accusa di terrorismo internazionale, è entrato in sciopero della fame sabato scorso, in solidarietà con le mobilitazioni italiane per la Palestina e "per denunciare la violazione dei propri diritti". Lo riporta una nota del Comitato Free Anan, movimento spontaneo a difesa del giovane arrestato lo scorso anno nel capoluogo e di recente trasferito dal carcere di Terni a quello di Melfi (Potenza).
Il nuovo trasferimento, considerato "arbitrario" dai movimenti, lo isola dai difensori - che si trovano a Roma - e dal tribunale dell'Aquila. "Nel nuovo istituto penitenziario, infatti - viene spiegato nella nota - gli incontri con i legali sono diventati sempre più difficili e rari, rendendo quasi impossibile concordare la strategia difensiva". "Nel carcere di Melfi - prosegue la nota - vive in condizioni restrittive, con limitazioni sul cibo e sul materiale personale, compreso il sequestro delle penne per scrivere". Il Comitato Free Anan chiede la ricollocazione in una struttura più accessibile, la fine delle misure punitive e il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Lo sciopero viene definito "un gesto di resistenza e dignità contro l'ingiustizia".