il caso

Pratola Peligna, morto per ricovero negato: c’è l’inchiesta

La Procura si muove dopo la denuncia dei familiari del pensionato Lorenzo Di Nino. Il centrodestra critica i tagli in Abruzzo

PRATOLA PELIGNA. Si muove anche la Procura di Sulmona per fare luce sulla tragica fine di Lorenzo Di Nino, il 69enne di Pratola Peligna morto poco prima del suo arrivo all’ospedale di Terni, in Umbria, perché nessuna struttura sanitaria abruzzese poteva ospitarlo. A giorni verrà aperta un’inchiesta dopo lo sfogo dei familiari al Centro. Secondo Cosimo Di Nino, il figlio dell’uomo scomparso, «un intervento chirurgico eseguito in tempi celeri lo avrebbe salvato».

leggi anche: Rifiutato da 7 ospedali: «Così il nostro Lorenzo poteva salvarsi» Il manager della Asl Tordera dichiara che a Sulmona è stato fatto tutto il possibile mentre i familiari di Lorenzo Di Nino confermano le accuse. Il tribunale per i diritti del malato chiede chiarezza

Ci sono state negligenze? E se sì, di chi le colpe per quanto accaduto? La magistratura dovrà appunto accertare eventuali responsabilità. All’ospedale di Terni già è stata eseguita l’autopsia. Anche il Tribunale per i diritti del malato di Sulmona, presieduto da Edoardo Facchini, ha preannunciato un esposto sulla vicenda. Lorenzo Di Nino, ex dipendente dell’Enel, è stato colpito da un aneurisma all’aorta. Aveva necessità di un intervento d’urgenza. Si è sentito male intorno alle 7.30 nella sua abitazione nel centro peligno ed è deceduto alle 12.45 a una manciata di minuti dal pronto soccorso dell’ospedale di Terni, dove era stato trasferito in eliambulanza. Un viaggio in elicottero nel tentativo estremo di operarlo. I familiari hanno raccontato che dopo l’arrivo a Sulmona si è cercata una struttura idonea in Abruzzo: a Chieti la sala operatoria non si sarebbe liberata prima delle 15, mentre in altri centri non ci sarebbe stato personale a sufficienza. Differente la ricostruzione fatta dai vertici della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

«Nell’ospedale di Sulmona», ha spiegato Rinaldo Tordera, manager della Asl, «al paziente è stata fatta immediatamente la diagnosi direttamente dal direttore di cardiologia Ezio De Pratti, che ha rilevato una situazione gravissima. L’unica possibilità di salvarlo era l’intervento chirurgico. Subito è stata contattata la cardiochirurgia di Chieti per fare l’intervento chirurgico. Purtroppo ci hanno detto che era in corso un intervento urgente e ha comunicato di poter essere operativa a partire dalle ore 15. Abbiamo trovato un posto in sala operatoria all’ospedale di Terni dove poi il paziente è stato trasferito. Condividiamo appieno il dolore dei familiari per la dolorosa vicenda, ma è necessario rimarcare che tutto il personale dell’ospedale di Sulmona coinvolto si è adoperato con tempestività e dedizione, facendo quanto era nelle sue possibilità, umane e professionali, per cercare di trovare una soluzione». Nessun riferimento, dunque, alla ricerca di posti in altri ospedali abruzzesi.

Sul caso, intanto, sono intervenuti Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale Dipartimento tutela vittime della violenza di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, e Chiara Mancinelli, referente per la provincia aquilana del dipartimento. «Una vicenda tanto triste quanto assurda», hanno denunciato Pellegrino e Mancinelli, «che ha mostrato le gravi condizioni in cui versa lo stato della sanità in Abruzzo, con grandi professionalità purtroppo costrette a fare i conti con un piano sanitario inadeguato e risorse probabilmente mal gestite. Auspichiamo che questa triste vicenda possa fungere da monito sia alla politica locale che a quella nazionale, spingendola a riconsiderare il piano di riordino sanitario recentemente approvato, che di fatto penalizzerà pesantemente le aree interne e il territorio aquilano in particolare».

©RIPRODUZIONE RISERVATA